PrometeOrvieto: “Dopo il Pnrr, non perdiamo anche il treno della Zes”


L’Umbria entrerà presto nella Zona Economica Speciale, una misura pensata per favorire gli investimenti privati attraverso crediti d’imposta e semplificazioni burocratiche. È un’occasione importante, forse decisiva, anche per Orvieto. Ma visto come è stato gestito il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, non possiamo che essere preoccupati.

Ad Orvieto, infatti, il Pnrr è passato quasi senza lasciare segni tangibili. I due progetti principali presentati direttamente dal Comune – l’asilo di Sferracavallo e il Centro per le Politiche Sociali – che rappresentavano la quasi totalità delle risorse richieste dall’Amministrazione, sono oggi in serissima difficoltà. 

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Inoltre, il loro impatto sullo sviluppo del territorio, anche se un giorno venissero completati, sarebbe comunque molto limitato. Non va meglio per gli interventi ottenuti da altri enti. Emblematica è la casa della comunità, prevista – su indicazione del Comune – nell’ex Ospedale: una scelta che ha reso l’intervento più complesso, anch’esso oggi in grave ritardo. 

Un altro esempio è l’ampliamento del pronto soccorso dell’ospedale, escluso dai fondi del Pnrr prima di essere avviato. Il quadro complessivo non confortante è sotto gli occhi di tutti: opere ferme o in stallo, risorse a rischio, risultati ancora lontani. E, soprattutto, un’occasione persa per incidere davvero sul futuro del territorio.

La Zes apre una nuova possibilità, ma attenzione: questa volta il meccanismo è molto diverso. Non si tratta di miliardi a pioggia provenienti dall’Europa, ma di un credito d’imposta per le imprese che investono in beni strumentali e tecnologie, oltre a una forte semplificazione burocratica per avviare attività. I soldi, insomma, devono essere investiti dal privato. E il territorio deve mostrarsi capace di attrarre chi vuole investire, innovare, costruire.

Come ricordato recentemente da Il Sole 24 Ore, una città, per crescere in modo armonico, ha bisogno di tre gambe: produzione, conoscenza e welfare, cultura e turismo. Orvieto da anni si interessa quasi esclusivamente dell’ultima. Proprio in questi giorni si discute molto dei numeri legati al turismo, ma resta l’unico ambito su cui si cercano di fare analisi e valutazioni. Sugli altri due fronti domina il silenzio. Eppure, una città che si sbilancia troppo perde competenze, redditi qualificati e resilienza economica. Lo vediamo ogni giorno sulla pelle del nostro territorio. 

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Nel nostro precedente articolo sulla Silver Economy abbiamo cercato di dare un contributo sul tema dei servizi welfare. Oggi è il momento di guardare alla gamba più debole: quella produttiva. La Zes rappresenta un’altra occasione concreta per iniziare a farlo. Per questo chiediamo che l’Amministrazione Comunale attivi un tavolo di lavoro permanente, che coinvolga soggetti pubblici e privati: Comune, associazioni imprenditoriali, Camera di Commercio, la Fondazione Cassa di Risparmio, istituti di credito locali.

Serve mappare le aree idonee, capire quali imprese sono interessate, individuare i settori strategici, aiutare a costruire proposte. Il Comune, dal canto suo, deve assumere un ruolo attivo, mettendo in campo competenze interne qualificate, sia tecniche che politiche. Non possiamo più permetterci improvvisazioni o immobilismo. Il tempo delle attese è finito. La Zes non è un altro treno da guardare passare: è un’occasione da progettare. Facciamolo!

PrometeOrvieto





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