NEL II SEMESTRE CONTINUA LA FLESSIONE DELLA PRODUZIONE, ANCHE SE GLI ORDINI TORNANO A CRESCERE LIEVEMENTE – CafeTV24


Sono stati presentati questa mattina i risultati della nuova indagine congiunturale sul settore manifatturiero elaborata dall’Ufficio Studi della Camera di Commercio di Vicenza

 Continua il momento di debolezza dell’economia provinciale, in particolare per quanto riguarda il settore manifatturiero che anche nel 1° trimestre dell’anno ha registrato un’ulteriore flessione nella produzione dopo quella già riscontrata nel trimestre precedente. Il dato emerge dalla nuova indagine congiunturale elaborata dall’Ufficio Studi della Camera di Commercio di Vicenza, che relativamente al periodo aprile-giugno evidenzia una diminuzione dell’1% rispetto ai primi tre mesi dell’anno (dato peggiore anche rispetto alla media regionale, -0,3%), mentre rispetto allo stesso periodo del 2024 la flessione è pari a -1,1%. Rispetto a 12 mesi fa, però, non tutti i settori mostrano il medesimo andamento: le variazioni della produzione sono positive per alimentare, orafo e settore moda, mentre risultano in contrazione per legno-arredo, chimica-gomma-plastica, metalmeccanica e concia.In questo contesto, l’andamento in controtendenza del fatturato (+0,6%, rispetto al 1° trimestre, ma pur sempre inferiore dello 0,7% rispetto ad un anno fa), più che una crescita del valore medi produttivi, suggerisce una possibile fase di turbolenza sui prezzi.

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Ordini in lieve incremento

A mitigare il dato sulla flessione della produzione è semmai l’andamento degli ordini, che mostrano incrementi, seppur molto contenuti: leggermente più positivo l’andamento di quelli provenienti dal mercato estero (+0,8%), anche rispetto ad un anno fa (+0,2%), mentre la variazione congiunturale destagionalizzata degli ordinativi sul mercato domestico è di appena +0,4%.

Torna a crescere il numero delle imprese

Un altro segnale incoraggiante arriva dal Registro Imprese, dove nel 2° trimestre il saldo tra iscrizioni e cancellazioni è tornato positivo e pari a +257 (è stato di –279 nel 1° trimestre): conseguentemente nei primi sei mesi del 2025 si è registrata una riduzione delle imprese registrate, ma non considerando le “cancellazioni d’ufficio”, frutto della pulizia amministrativa degli archivi, il saldo torna ad essere leggermente positivo (+88). Su base settoriale cresce il numero di imprese nei settori delle costruzioni, dei servizi alle imprese e del settore del credito-assicurazioni, mentre diminuiscono le imprese del manifatturiero, del commercio e del turismo.

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CIG e crisi d’impresa

La situazione di incertezza si riflette anche sul ricorso agli ammortizzatori sociali: nel 2° trimestre le ore autorizzate di Cassa Integrazione Guadagni (CIG) sono state 4,6 milioni, un valore che resta su livelli elevati ma inferiore rispetto al trimestre precedente (erano 5,9 milioni, -22%). Tuttavia prendendo in considerazione i primi 6 mesi dell’anno, le ore autorizzate sono cresciute rispetto al 2024 (+10% e oltre 10,5 milioni di ore autorizzate) a causa dell’elevato livello registrato nel primo trimestre.

Cala l’occupazione ma restano le difficoltà di reperimento

Il tutto in un mercato del lavoro che a propria volta mostra segnali contraddittori: a fine giugno l’occupazione nel settore manifatturiero era pari a 149.319 unità, in aumento rispetto a marzo (+172 unità) ma in riduzione rispetto a giugno 2024: -1.039. I dati sull’occupazione scontano comunque un’estrema difficoltà nel reperimento di alcune figure professionali: secondo i dati Excelsior nel periodo agosto-ottobre 2025 le imprese vicentine di tutti i settori richiederanno 20.440 nuove figure in entrata (in leggera contrazione rispetto all’analogo periodo del 2024) ma l’assunzione sarà difficile in oltre metà dei casi (51%, il dato è ormai consolidato). In relazione invece all’apertura di procedure concorsuali, nel 2° trimestre va tenuto conto della modifica normativa relativa alla composizione negoziata della crisi d’impresa: i procedimenti e le crisi d’impresa sono state complessivamente 85 mentre le aperture di fallimento sono state 36 e i concordati 7. Le procedure aperte nel periodo sono state quindi 128 mentre erano state 118 nel 1° trimestre 2025 e 61 nel 2° trimestre 2024. Così nei primi sei mesi del 2025 l’apertura di procedure concorsuali ha riguardato un numero più elevato di imprese rispetto all’analogo periodo del 2024 (246 imprese rispetto a 110): vi è quindi un incremento ma, come detto, il dato è influenzato dei cambiamenti normativi che almeno nel 2024 non erano ancora consolidati

Cresce il credito alle imprese ma peggiora la sua qualità

Segnali in chiaro-scuro anche per quanto riguarda i rapporti tra le imprese e il sistema bancario: lo stock di credito al settore produttivo risulta infatti in leggera crescita, ma la sua qualità mostra un ulteriore peggioramento. Più in dettaglio, l’Ufficio Studi della Banca d’Italia ha realizzato in coordinamento con Unioncamere Veneto una revisione della serie dei prestiti vivi alle imprese, al fine di rendere più precisa l’analisi. Sulla base del dato più aggiornato disponibile (31 marzo 2025), il livello dei prestiti vivi alle imprese vicentine è pari a 12,4 miliardi, valore in leggero aumento rispetto ai 12,2 miliardi del 31 dicembre 2024, ma il tasso di decadimento dei prestiti ha subito un forte aumento a partire dal terzo trimestre 2024 (da 0,91 del primo trimestre 2024 a 0,86 del secondo a 1,21 del terzo a 1,35 del quarto, a fine marzo 2025 il dato ha raggiunto 1,82). Si tratta di un indicatore che misura l’entrata “in sofferenza” dei crediti: la qualità diminuisce anche se la situazione non è ancora preoccupante.La moderata riduzione dei tassi di riferimento da parte della BCE sta portando ad un minor costo del credito e auspicabilmente a rendere meno costosi anche gli investimenti; ma la situazione di incertezza non rende semplice la programmazione delle attività.

Le previsioni degli imprenditori

Non stupisce, in questo contesto, che le previsioni degli imprenditori siano all’insegna della cautela. A fine giugno i giorni di produzione assicurati dagli ordinativi già raccolti erano 52, un dato solo leggermente più elevato rispetto a quello modesto del trimestre precedente (50), mentre il grado di utilizzo degli impianti è lontano dalla quota ottimale dell’80% e si attesta a 71,9%. Ecco allora che la quota di imprenditori che prefigura un incremento produttivo nel breve periodo scende dal 39,1% al 37,6%. Si tratta comunque di un valore che resta consistente, soprattutto considerando le tante sfide poste alle imprese dallo scenario attuale. Il contesto rimane infatti difficile non solo sul piano geopolitico internazionale, ma anche su mercati storicamente strategici per le aziende vicentine. Infatti oltre alle irrisolte tensioni geopolitiche in Ucraina e in Medio Oriente, l’economia vicentina risente in modo rilevante della difficoltà della Germania, primo partner commerciale della provincia, e della forte incertezza sui dazi americani. Quanto al mercato interno, i consumi delle famiglie seppur in ripresa restano deboli poiché non è stato ancora recuperato il potere di acquisto perduto nel periodo di più forte tensione dei prezzi delle materie prime soprattutto energetiche, nonostante ora gli interventi della BCE abbiano reso le condizioni del credito meno restrittive.

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