Aree montane, botta e risposta tra Albasi e Tagliaferri


Aree montane piacentine, botta e risposta in Regione tra i Consiglieri Albasi del Partito Democratico e Tagliaferri di Fratelli d’Italia.

Lodovico Albasi

«Con questo atto, presentato dal Gruppo consiliare del Partito Democratico di cui faccio parte, intendiamo riaffermare con forza che lo spopolamento delle aree montane non è un destino inevitabile, ma una sfida politica e sociale che va affrontata con misure strutturali e continuità d’azione. Lo dimostra la Regione Emilia-Romagna, insieme alla Provincia di Piacenza e ai Comuni montani del nostro territorio, che da tempo lavorano con impegno per garantire servizi, infrastrutture e nuove opportunità», dichiara Lodovico Albasi, consigliere regionale.

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L’atto prende posizione contro il quarto obiettivo contenuto nel Piano Strategico Nazionale delle Aree Interne, che ipotizza l’“accompagnamento allo spopolamento irreversibile” per alcune zone considerate compromesse. «Ritengo inaccettabile che si possa anche solo ipotizzare l’abbandono graduale di interi territori. Nelle nostre aree interne vivono ancora parti preziose delle nostre comunità, che chiedono strumenti concreti per continuare a esistere, non per essere “accompagnata” alla fine.» Secondo Albasi, è invece necessario rafforzare gli strumenti a disposizione degli enti locali: «Non possiamo rassegnarci all’idea che vi siano aree “senza futuro”. Dobbiamo garantire l’accesso a risorse statali ed europee, anche a quei Comuni – come quelli dell’Alta Val Trebbia, Val Tidone, Val d’Arda, Val Nure e Val Luretta – che pur essendo riconosciuti nell’ambito della Strategia nazionale per le aree interne, non sono oggi destinatari di fondi. Questo è uno dei nodi che chiediamo al Governo di sciogliere al più presto.»

Le soluzioni ci sono – prosegue Albasi – «e vanno praticate: una fiscalità di vantaggio per chi sceglie di vivere e lavorare in montagna, sgravi per le imprese locali, credito d’imposta sugli affitti per chi si trasferisce, eliminazione dell’IVA sui prodotti con marchio “Prodotto di Montagna”, IVA agevolata per le opere idrogeologiche, e soprattutto rafforzando l’autonomia fiscale dei Comuni, assegnando loro integralmente il gettito IMU anche per le categorie oggi condivise con lo Stato, come alcuni immobili produttivi.»

Il consigliere ricorda anche un precedente importante: «Già nel maggio scorso l’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna ha approvato la proposta di legge alle Camere sulla fiscalità incentivante per la montagna, oggi assegnata alla Commissione Finanze della Camera. Se a livello nazionale si vuole davvero rivitalizzare le aree interne e appenniniche, le misure previste da quel progetto di legge devono essere attuate con immediatezza. Si trovano le risorse per le armi e poi – quando si parla di Appennini – si rimanda, fino al punto di dichiarare che lo spopolamento è irreversibile. Questo è inaccettabile.»

«Questi luoghi non sono “vuoti da gestire”, ma ricchezze da valorizzare », conclude Albasi.

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Giancarlo Tagliaferri

«Leggere il comunicato del collega Albasi del Partito Democratico sullo spopolamento della montagna è come assistere a un vecchio film già visto: cambia l’attore, ma il copione è sempre lo stesso. Si recita la parte del difensore degli ultimi, si punta il dito contro il Governo, si glissa sul fallimento della Regione Emilia-Romagna, che in vent’anni di governo della sinistra ha prodotto solo piani strategici, tavoli, cabine di regia, osservatori, linee guida e brochure patinate… ma intanto i nostri borghi si svuotano e gli abitanti delle vallate piacentine fanno le valigie. Altro che ‘accompagnamento allo spopolamento’, qui siamo alla gestione burocratica del declino». A parlare è Giancarlo Tagliaferriconsigliere regionale di Fratelli d’Italia, che replica duramente alla nota diffusa dal consigliere Pd Lodovico Albasi.

«Il collega – prosegue Tagliaferri – si indigna per la definizione contenuta nel quarto obiettivo del Piano strategico nazionale delle aree interne. E fa bene. Ma forse dimentica che la pianificazione nazionale è ancora frutto di una lunga eredità di governi di centrosinistra, che su questi territori hanno fatto retorica e poco più. Invece, proprio con il Governo Meloni abbiamo finalmente visto segnali concreti per le aree montane e interne: misure fiscali incentivanti, semplificazioni burocratiche, investimenti per la digitalizzazione, sostegno alle imprese agricole e artigiane di montagna, risorse PNRR assegnate per l’istruzione e la sanità nei piccoli comuni, finanziamenti per la viabilità e il dissesto idrogeologico. Altro che promesse elettorali: si è cominciato davvero a invertire la rotta».

«Ma soprattutto – continua Tagliaferri – se proprio dobbiamo parlare di responsabilità, guardiamo in casa nostra: è la Regione Emilia-Romagna ad aver colpevolmente escluso interi territori, tra cui l’Alta Val Trebbia, la Val Luretta, la Val Tidone, la Val d’Arda e la Val Nure, da una reale progettualità e da investimenti strategici. Eppure in Aula consiliare Fratelli d’Italia ha presentato atti chiari e concreti, sia con la mia firma che con quella della capogruppo Marta Evangelisti, chiedendo:

  • incentivi strutturali per l’insediamento giovanile in montagna,
  • apertura di sportelli bancari e sanitari permanenti,
  • detassazione per imprese agricole e artigianali,
  • pieno riconoscimento delle specificità montane nelle strategie regionali,
  • priorità alle zone disagiate per bandi FESR e FSE+ e fondi europei».

«E cosa ha fatto la Regione? Nulla, se non bocciare sistematicamente le nostre proposte con il solito riflesso ideologico, salvo poi riscoprirle sei mesi dopo e riformularle in salsa Pd. La montagna per loro è utile solo quando c’è da fare una foto in baita o da intestarsi qualche progetto pilota finanziato da Roma o da Bruxelles».

Tagliaferri conclude con una stoccata ironica: «Il collega Albasi sostiene che questi luoghi non siano “vuoti da gestire”. Peccato che la Regione li abbia trattati finora come “vuoti da ignorare”. Ora che al Governo c’è Fratelli d’Italia, con una visione chiara e pragmatica per la montagna, il Pd si riscopre paladino delle valli piacentine. Ben venga il risveglio tardivo, ma ci permettiamo di suggerire un approccio meno teatrale e più coerente: meno comunicati, più coerenza in Aula, e magari – ogni tanto – un po’ di umiltà nell’ammettere che a contrastare lo spopolamento sono i fatti, non le parole».

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