L’azienda si è anche impegnata ad acquistare terre rare dall’americana Mp Materials, che espanderà il suo stabilimento di Fort Worth, in Texas, e aggiungerà un sistema di riciclaggio a Mountain Pass, in California. Per quanto riguarda i wafer, ovvero i sottilissimi strati di semiconduttori, GlobalWafers America produrrà unità da 300 millimetri in Texas usando silicio statunitense, che saranno utilizzate negli impianti di Tsmc e Texas instruments per la produzione di chip Apple. In particolare, l’alleanza con Texas instruments sarà rafforzata da investimenti nello Utah e in Texas, finalizzati alla produzione di semiconduttori avanzati con strumenti e materiali provenienti da fornitori locali.
Apple ha anche annunciato una partnership con Samsung ad Austin, sempre in Texas, per sviluppare una tecnologia di produzione di chip all’avanguardia, incentrata sul miglioramento delle prestazioni e dell’efficienza energetica. Analogamente, GlobalFoundries e l’azienda fondata da Steve Jobs amplieranno la produzione di semiconduttori a Malta, nello stato di New York. Sul fronte del packaging, Apple sarà il principale cliente del nuovo stabilimento di Amkor in Arizona, dove confezionerà e testerà i chip prodotti da Tsmc nella regione. Ma lavorerà anche con Broadcom e GlobalFoundries per produrre a livello nazionale componenti per le comunicazioni 5G.
Attualmente Apple genera più di 450.000 posti di lavoro indiretti attraverso fornitori e partner statunitensi. Nei prossimi quattro anni prevede di assumere direttamente 20.000 dipendenti nel paese, soprattutto nei settori della ricerca e sviluppo, dell’ingegneria di chip, del software dell’intelligenza artificiale e dell’apprendimento automatico.
La risposta di Apple alla guerra commerciale
La nuova iniezione di capitale si aggiunge all’impegno da oltre 500 miliardi di dollari annunciato a febbraio, che comprende tra gli altri la costruzione di una server factory, la produzione di contenuti in streaming e il potenziamento della ricerca sull’intelligenza artificiale e dello sviluppo di chip negli Stati Uniti.
In una dichiarazione riportata da Reuters, l’amministratrice delegata della societa d’investimento Laffer tengler investments Nancy Tengler ha definito il piano di Apple “una risposta intelligente alla richiesta del presidente Trump di produrre tutti gli iPhone a livello nazionale“.
Attuamente il colosso è esposto ai rischi legati alla guerra commerciale portata avanti da Trump. Dall’inizio del suo secondo mandato, il presidente ha imposto una serie tariffe volte a rilanciare la produzione nazionale, che hanno un impatto diretto e indiretto sull’attività di Apple. Secondo i suoi ultimi risultati finanziari, queste politiche le sono costate circa 800 milioni di dollari tra aprile e giugno.
Questo articolo è apparso originariamente su Wired en español.
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