Giovani Imprenditori – | 1000 Miglia: dove la bellezza diventa impresa e il sogno italiano corre nel mondo


C’è un’Italia che non smette mai di affascinare il mondo: è quella dell’ingegno, della bellezza, della passione, della gara e della visione imprenditoriale. La 1000 Miglia, più che una gara automobilistica storica, è oggi un marchio globale, capace di coniugare heritage e innovazione, lusso ed esperienza, cultura e business. Nata nel 1927, la “corsa più bella del mondo” attraversa l’Italia in una celebrazione dinamica del Made in Italy, generando valore economico e simbolico per territori, imprese, partner e istituzioni. L’edizione 2025 si è tenuta dal 17 al 21 giugno, confermandosi ancora una volta una piattaforma internazionale di relazioni, identità e impresa.

A soli due anni dal centenario della prima edizione, 1000 Miglia Srl, la società che gestisce il brand e l’organizzazione dell’evento, si muove come una vera impresa contemporanea: attenta all’internazionalizzazione, aperta alle collaborazioni strategiche, proiettata verso nuove generazioni di appassionati e stakeholder. In un contesto in cui la valorizzazione dell’identità e la costruzione di filiere culturali rappresentano leve di crescita per l’intero sistema imprenditoriale italiano, 1000 Miglia si propone come case history unica. Un museo in movimento a cielo aperto dove tradizione e impresa corrono insieme verso il futuro.

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Per approfondire questi temi, abbiamo chiesto a Fulvio D’Alvia, amministratore delegato di 1000 Miglia Srl, di rispondere ad alcune domande.

 

D: La 1000 Miglia è considerata una delle più grandi eccellenze italiane a livello internazionale. Quali valori imprenditoriali incarna oggi e in che modo può rappresentare un modello ispirazionale per le imprese italiane, anche al di fuori del settore automobilistico?

R: La 1000 Miglia è l’esempio di come si possa trasformare un’eredità culturale in un laboratorio imprenditoriale contemporaneo. Il suo valore non risiede solo nella capacità di organizzare un evento iconico e complesso, ma nella costruzione di un ecosistema che unisce memoria, innovazione e territorio. La nostra è un’impresa che valorizza l’identità italiana attraverso la creazione di filiere, la formazione tecnica, la promozione internazionale. È una case history che dimostra come il “fare impresa” possa partire dal patrimonio per produrre valore, occupazione qualificata, competenze e relazioni. In questo senso, rappresentiamo un modello esportabile anche per altri settori: quello che facciamo, lo facciamo per il Paese, non solo per l’automobile.

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D: Il marchio 1000 Miglia ha una forza che va ben oltre l’ambito sportivo e automobilistico. Qual è il suo impatto concreto sul tessuto economico e culturale dei territori italiani che attraversa, e in che misura riesce a generare valore anche a livello internazionale?

R: Ogni edizione della 1000 Miglia è una narrazione dinamica del Made in Italy, che mette in moto l’economia reale dei territori: strutture ricettive, ristorazione, artigianato, trasporti, logistica, eventi collaterali. È una forma di rigenerazione dolce, che porta visibilità e valore aggiunto anche ai centri minori. Allo stesso tempo, il nostro marchio ha una forza attrattiva globale: ogni tappa è seguita da media internazionali, influencer, operatori economici. Ma soprattutto la 1000 Miglia è un attivatore di soft power italiano, capace di raccontare il Paese come ecosistema di bellezza, impresa e tecnologia. Questa capacità di connettere il locale al globale è una leva potente per chiunque lavori oggi sulla valorizzazione culturale come asset competitivo.

 

D: L’internazionalizzazione è una leva cruciale per la crescita di ogni impresa. Quanto pesa oggi la proiezione internazionale del marchio 1000 Miglia e quali strategie, eventi collaterali o partnership avete sviluppato per consolidare la presenza del marchio all’estero?

R: L’internazionalizzazione è uno dei pilastri della nostra strategia. Negli ultimi anni abbiamo portato il format 1000 Miglia negli Stati Uniti, in Giappone, in Cina, negli Emirati, in Grecia, Austria e Svizzera, avviando sinergie con attori locali e istituzioni culturali. Non esportiamo solo la corsa: portiamo un modello produttivo italiano, fatto di eccellenza tecnica, storytelling culturale e relazioni istituzionali. Lavoriamo su piani triennali, costruiamo eventi su misura, investiamo in progetti formativi e in strumenti di certificazione, come il Registro 1000 Miglia, che è diventato un vero punto di riferimento internazionale per l’autenticità e la tutela del patrimonio automobilistico storico.

 

D: In un’epoca in cui le collaborazioni strategiche sono fondamentali, che ruolo giocano oggi partnership e sponsor nel modello di business della 1000 Miglia? Che tipo di imprese scelgono di affiancarsi a un marchio così iconico e con quale finalità?

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R: Oggi le partnership sono parte fondamentale del nostro modello di sviluppo. Non cerchiamo sponsor passivi, ma alleanze strategiche con imprese che condividano la nostra visione: heritage e futuro, sostenibilità e tecnologia, made in Italy e formazione. Ci affiancano brand attivi nel settore dell’automotive, lusso, finanza, moda, enogastronomia. Con loro co-progettiamo esperienze ad alto valore simbolico, culturale ed economico. La 1000 Miglia non è solo visibilità: è reputazione, coerenza e credibilità. Il nostro valore di marca è un moltiplicatore per chi lo condivide.

 

D: Chi è oggi il pubblico della 1000 Miglia? Come si è evoluto il profilo degli appassionati e dei partecipanti, e come riuscite a dialogare con target diversi, dagli amanti della tradizione motoristica alle nuove generazioni interessate a esperienze, sostenibilità e stile di vita?

R: Il nostro pubblico è composito, selettivo e trasversale. Comprende collezionisti, imprenditori, famiglie, studenti, influencer, giornalisti. È un pubblico che cerca esperienze autentiche, legame con i luoghi, valore culturale. La 1000 Miglia oggi parla a target diversi grazie a una struttura di eventi modulare e coerente: la gara storica, la 1000 Miglia Green, il Ferrari Tribute to 1000 Miglia, le auto autonome del Politecnico di Milano, le attività educational con le scuole, le collaborazioni con istituzioni culturali e scientifiche. Offriamo un’esperienza che è insieme lifestyle, heritage, innovazione. È questo mix a renderci attuali, attraenti e, soprattutto, generativi.



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