Nexpertco | News | Rendicontazione volontaria di sostenibilità per le PMI: cosa sono e come funzionano gli standard VSM


Negli ultimi anni il tema della sostenibilità è diventato centrale non solo per le grandi imprese, ma anche per le PMI. Anche se queste ultime non rientrano ancora negli obblighi normativi previsti dalla direttiva europea CSRD, si trovano sempre più spesso coinvolte in richieste di informazioni da parte di istituti di credito, grandi clienti, partner della filiera o potenziali investitori. Per agevolare la comunicazione volontaria delle performance ESG delle piccole e medie imprese, la Commissione europea ha proposto uno standard semplificato: si chiama VSME (Voluntary Sustainability Reporting Standard for SMEs).

Questa proposta è stata formalizzata il 30 luglio 2025 attraverso una Raccomandazione della Commissione, che punta a rendere più semplice per le PMI fornire dati e informazioni sulla sostenibilità, aumentando così le opportunità di accesso alla finanza sostenibile e rafforzando la loro competitività in un contesto sempre più orientato alla trasparenza ambientale, sociale e di governance.

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Il contesto normativo: CSRD e le PMI

Con l’entrata in vigore della Direttiva (UE) 2022/2464, nota come CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive), le imprese di grandi dimensioni sono oggi obbligate a pubblicare un bilancio di sostenibilità strutturato secondo criteri comuni. L’Italia ha recepito ufficialmente la direttiva il 10 settembre 2024, rendendo obbligatoria la rendicontazione ESG per un numero crescente di aziende.

Tuttavia, le PMI non sono comprese nei criteri di obbligatorietà previsti dalla CSRD. Ciononostante, i principali attori economici – banche, fondi, grandi aziende – iniziano a richiedere dati ESG anche alle imprese di minori dimensioni, sia per motivi di gestione del rischio che per esigenze di rendicontazione lungo la catena del valore.

Perché nasce lo standard VSME

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Proprio per evitare che le PMI debbano rispondere a molteplici questionari personalizzati, ognuno con metriche differenti, la Commissione UE ha promosso uno standard unico, volontario, semplice e coerente, pensato su misura per le esigenze e le capacità delle PMI: il VSME.

Lo standard VSME è stato elaborato da EFRAG, il gruppo consultivo europeo per la rendicontazione finanziaria. Il primo schema, chiamato VSME Draft I, è stato presentato il 22 gennaio 2024 ed è rimasto in consultazione pubblica fino al 21 maggio 2024. A seguito dei feedback ricevuti, il 30 ottobre 2024 è stata pubblicata una versione aggiornata (VSME Draft II), ulteriormente semplificata e adattata per un utilizzo più diffuso tra le PMI.

Obiettivi e benefici della rendicontazione volontaria

Lo standard VSME nasce per aiutare le imprese di minori dimensioni a:

  • Rispondere in maniera strutturata e uniforme alle richieste di dati ESG provenienti da banche, investitori, clienti o altri stakeholder;

  • Migliorare la capacità interna di gestire rischi e opportunità legati alla sostenibilità;

  • Aumentare la consapevolezza e la governance dei temi ESG all’interno dell’organizzazione;

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  • Costruire relazioni più solide con i partner della catena del valore, riducendo i rischi reputazionali e di esclusione;

  • Accedere con maggiore facilità a strumenti di finanza sostenibile;

  • Dimostrarsi proattive in vista di possibili futuri obblighi normativi, anticipando i trend di mercato;

  • Rafforzare la resilienza e la competitività dell’impresa, allineandosi ai valori del Green Deal europeo.

In sintesi, il VSME permette alle PMI di strutturare in modo ordinato e trasparente le informazioni sulla sostenibilità, aumentando la loro visibilità e credibilità nel mercato.

La soglia dei 1.000 dipendenti: tutela per le PMI

Un punto chiave introdotto dalla Commissione europea riguarda la definizione di una soglia limite di 1.000 dipendenti lungo la catena del valore. Questo significa che le PMI che si collocano al di sotto di questa soglia non potranno essere sottoposte a richieste eccessive o sproporzionate di dati ESG da parte di grandi clienti o committenti.

In questo modo si cerca di trovare un equilibrio tra le esigenze di trasparenza e sostenibilità e il principio di proporzionalità, fondamentale per evitare che le imprese più piccole siano appesantite da oneri amministrativi che non sono in grado di gestire.

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L’accettazione da parte del mercato

Affinché lo standard VSME diventi realmente efficace, è necessario che venga accettato da entrambe le parti:

  • Dagli utenti delle informazioni ESG, come banche, grandi imprese, fondi d’investimento, che dovrebbero preferirlo rispetto a strumenti proprietari o questionari aziendali;

  • Dalle PMI stesse, che dovrebbero adottarlo come base per la propria rendicontazione volontaria.

Secondo la Commissione europea, un’ampia adozione dello standard ridurrebbe duplicazioni, incoerenze e costi, migliorando l’efficienza complessiva del sistema di raccolta dati sulla sostenibilità.

La proposta della Commissione per le grandi imprese

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Nel quadro del pacchetto Omnibus, adottato il 26 febbraio 2025, la Commissione ha proposto di ridurre il numero di imprese soggette alla CSRD, concentrando gli obblighi sulle grandi aziende con oltre 1.000 dipendenti.

Questo consentirebbe di semplificare l’applicazione della direttiva, evitando di estendere gli obblighi a realtà aziendali meno strutturate. Per tutte le imprese al di sotto di questa soglia, verrebbe adottato uno standard volontario tramite atto delegato, basato proprio sul VSME elaborato da EFRAG.

I professionisti di NexpertCo sono pronti ad affiancare le PMI che desiderano approcciare la sostenibilità in modo strategico, pratico e coerente. Possiamo supportare l’adozione dello standard VSME, guidare la redazione di report ESG semplificati, e aiutare le imprese a comunicare il proprio valore sostenibile verso stakeholder finanziari e industriali.



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