Rischi da Intelligenza Artificiale, in vigore le sanzioni – Agipress – Agenzia di stampa nazionale


AGIPRESS – Sono entrate in vigore  blule sanzioni previste dal regolamento europeo conosciuto come AI Act. Per chi fa uso di sistemi di intelligenza artificiale considerati ad alto rischio, significa avere sulla testa una spada di Damocle che può arrivare fino a 35 milioni di euro (o il 7% del fatturato) come multa. Sanzioni di questa portata “possono determinare la fine di una qualunque impresa anche di grande dimensioni”, avverte l’avvocato Roberto Sammarchi, specialista in diritto dell’informazione e comunicazione digitale, consulente della società bolognese Ex Machina Italia. Per questo, sottolinea Sammarchi parlando alla ‘Dire’, “c’è un tema di rilevante preoccupazione, ma anche fiducia in una gradualità e in un senso di prudenza nell’applicare i controlli e le sanzioni”.

Con la legge europea sull’intelligenza artificiale, approvata nella primavera 2024, la Ue è stata la prima al mondo a dotarsi di una normativa in materia. Un testo piuttosto complesso, di 145 pagine, che tra le altre cose “rompe il principio della neutralità tecnologica”, sottolinea Sammarchi. Vale a dire “non solo regola, ma definisce anche le tecnologie: entra nel merito su cosa è intelligenza artificiale e cosa no”. Lo stesso regolamento europeo indica i sistemi di Ia ai quali si applica. Ad esempio, sono vietate le tecnologie per l’identificazione biometrica in spazi pubblici, così come sono considerati inaccettabili “sistemi che esercitano un controllo subliminale e che possono essere destinati al cosiddetto social scoring, quindi ad attività discriminatorie”, spiega Sammarchi. Ci sono però anche delle distorsioni.

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“L’intelligenza artificiale può anche salvare vite umane- sottolinea il giurista- ma la norma europea considera questi stessi sistemi un rischio e non uno strumento per gestire il rischio”. Quindi, ad esempio, i sistemi per la sicurezza sul lavoro che utilizzano l’Ia “vengono individuati come ad alto rischio, quindi sono sottoposti a forte regolazione e hanno alti costi”, segnala Sammarchi. Come riassume Mariagrazia Argentieri di Ex Machina, sulla base delle norme contenute nell’AI Act “è un attimo passare da rischio limitato a rischio alto. Anche un sistema per le risorse umane può essere considerato a rischio se valuta i curriculum e seleziona le persone, escludendone alcune. Ma se voglio usare l’intelligenza artificiale per categorizzare le persone in base alle loro competenze, questo invece viene considerato a rischio limitato”. In poche parole, afferma Argentieri, “bisogna capire l’obiettivo e stare attenti alla narrazione”, perché l’uso di determinate parole nella definizione di un progetto o di un modello di Ia fa scattare diverse categorie di rischio. E quindi per le imprese, che in base alla legge europea hanno anche l’obbligo di alfabetizzazione, “c’è un compito fondamentale anche degli esperti di comunicazione”.
AGIPRESS



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