Con i dazi gli Usa hanno incassato finora 152 miliardi


Donald Trump ha annunciato nuovi dazi che entreranno in vigore il 7 agosto, sei giorni dopo il previsto. Il piano impone una tariffa del 30% a diversi Paesi che non hanno siglato un accordo commerciale in tempo, pur introducendo agevolazioni per quelli che lo hanno fatto. La nuova tassa minima per i paesi con cui gli Stati Uniti mantengono un saldo commerciale negativo e’ stata fissata al 15%. Circa 40 Stati sono soggetti a questa percentuale, tra cui Costa Rica, Ecuador, Venezuela e Bolivia. Per i Paesi con cui gli Stati Uniti mantengono un saldo positivo, il dazio sara’ del 10%.

I VINCITORI 
La maggior parte dei Paesi ha visto i dazi ridotti rispetto all’elenco del 2 aprile. L’Unione europea e’ stata uno degli ultimi Paesi a raggiungere un accordo commerciale con Washington, che ha fissato i dazi sulla maggior parte dei prodotti europei al 15%. Anche la Corea del Sud e il Regno Unito hanno raggiunto un’intesa che ha consentito di fissare le tariffe sulle loro esportazioni verso gli Stati Uniti rispettivamente al 15% e al 10%. Altri paesi che hanno registrato riduzioni significative sono stati Cambogia (dal 49% al 19%), Lesotho (dal 50% al 15%) e Vietnam (dal 46% al 20%).

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I VINTI 
Al contrario, tre Paesi non solo non hanno beneficiato di alcuna riduzione, ma hanno anche visto i loro dazi aumentare: la Repubblica Democratica del Congo, la Guinea Equatoriale e la Svizzera. Gli Stati Uniti hanno imposto dazi superiori al 30% alla maggior parte dei paesi con cui non hanno raggiunto un accordo. Siria (41%), Laos (40%) e Birmania (40%) hanno registrato le tasse doganali piu’ elevate. La Svizzera segue con il 39%. Non tutti i dazi, tuttavia, erano dovuti a ragioni strettamente commerciali. Contemporaneamente all’annuncio dell’adeguamento tariffario, la Casa Bianca ha anche annunciato un dazio del 35% sui prodotti canadesi, ma in questo caso perche’ ha sostenuto che il paese vicino “non ha collaborato per arginare il flusso costante di fentanyl e altre droghe illecite e ha reagito contro gli Stati Uniti per le azioni del presidente nel contrastare questa insolita minaccia”. Oltre al dazio “universale” del 10%, il Brasile e’ stato colpito da un’ulteriore tariffa del 40%, in ritorsione per il processo in corso nel Paese all’ex presidente Jair Bolsonaro, alleato politico del presidente degli Stati Uniti. Per quanto riguarda il Messico, Trump ha parlato con la presidente Claudia Sheinbaum e ha annunciato una nuova proroga di 90 giorni.

COSA STA SUCCEDENDO CON LA CINA?
Washington e Pechino hanno raggiunto un accordo temporaneo in base al quale gli Stati Uniti hanno ridotto i dazi dal 145% al 30%, mentre la Cina ha ridotto le tasse sui beni statunitensi dal 125% al 10%. Hanno anche eliminato le restrizioni al commercio di beni chiave come terre rare e semiconduttori. Entrambi i Paesi sono impegnati in negoziati per raggiungere un accordo definitivo prima della scadenza di questa pausa il 12 agosto, scadenza che potrebbe essere prorogata per facilitare il successo dei colloqui che “stanno procedendo bene”, secondo Trump.
Oltre a questi dazi globali, quelli precedentemente stabiliti da Trump su alluminio e acciaio, che ammontano al 50%, rimangono in vigore, e Trump ha confermato che diversi prodotti realizzati con rame riceveranno lo stesso dazio all’entrata in vigore delle nuove tasse, con eccezioni come i catodi esportati dal Cile.



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