Il Decreto fiscale è legge: controlli più trasparenti, ravvedimento speciale e deduzioni per trasferte all’estero


Il Senato, nella giornata di ieri  ha approvato in via definitiva il nuovo decreto fiscale che, dopo il passaggio alla Camera, diventa ufficialmente legge. Un provvedimento che interviene su più fronti: ravvedimento speciale per chi aderisce al concordato preventivo, nuove regole più restrittive per i controlli della Guardia di Finanza, deducibilità delle spese sostenute all’estero anche in assenza di tracciabilità, scadenze prorogate per le imposte locali e nuove esclusioni tra gli incentivi fiscali. È un testo che contiene disposizioni molto tecniche ma che ha effetti diretti sulla vita di lavoratori autonomi, professionisti, imprese e pubbliche amministrazioni.

Ravvedimento speciale per chi aderisce al concordato fiscale

Il cuore del provvedimento riguarda la possibilità di regolarizzare le posizioni fiscali pregresse. Chi aderirà al concordato preventivo biennale 2025-2026, infatti, potrà chiudere i conti con il Fisco relativi agli anni d’imposta dal 2019 al 2023. Si tratta di un nuovo ravvedimento operoso, simile a quello già introdotto nel 2023.

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Per chi ha già aderito lo scorso anno, resta la possibilità di regolarizzare il 2023, mentre i periodi precedenti sono già stati trattati. Gli importi da versare variano a seconda dell’Indice sintetico di affidabilità fiscale (Isa) del contribuente, e per gli anni segnati dalla pandemia è previsto un abbattimento del 30% delle somme dovute.

Secondo il governo, la misura serve a dare stabilità e certezze ai contribuenti che vogliono mettersi in regola, ma secondo le opposizioni, in particolare il Partito Democratico, si tratta dell’ennesimo condono mascherato.

Controlli fiscali: stretta su accessi e verifiche

Una novità importante riguarda il tema dei controlli fiscali da parte dell’Agenzia delle Entrate e della Guardia di Finanza. A seguito di una condanna subita dall’Italia a febbraio da parte della Corte europea dei diritti dell’uomo, il decreto introduce regole più stringenti: ogni accesso, ispezione o verifica in aziende o studi professionali dovrà essere adeguatamente motivato.

Le condizioni che giustificano l’ingresso nei locali devono essere esplicitamente indicate negli atti di autorizzazione e nei verbali. In sostanza, si pongono limiti ai cosiddetti “blitz”, aumentando le tutele per i soggetti sottoposti a verifica, pur mantenendo l’efficacia dell’attività ispettiva.

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Spese estere: deducibilità anche senza tracciabilità

Il decreto fa chiarezza anche su una questione molto sentita da parte delle imprese e dei professionisti: la deducibilità delle spese di trasferta all’estero. Il testo ora consente di dedurre viaggi, vitto e alloggio sostenuti all’estero anche se pagati con strumenti non tracciabili, quando non è oggettivamente possibile usare mezzi elettronici.

Diverso invece il discorso per le spese di rappresentanza, per cui resta obbligatorio l’utilizzo di strumenti di pagamento tracciabili sia in Italia che all’estero.

Proroghe fiscali: acconto posticipato e Imu più flessibile

Con il nuovo decreto arriva anche un posticipo delle scadenze fiscali per chi applica gli Isa e per i contribuenti in regime forfettario. Il termine per il versamento del saldo 2024 e dell’acconto 2025 slitta dal 21 luglio al 20 agosto 2025, con possibilità di pagare applicando una maggiorazione dello 0,4%.

Anche i Comuni beneficiano di maggiore flessibilità: se non hanno approvato le delibere relative alle aliquote IMU entro il 28 febbraio, potranno farlo fino al 15 settembre, evitando l’automatica applicazione delle aliquote base.

Stop ai doppi benefici fiscali per impatriati e ricercatori

Un’ultima novità riguarda il divieto di cumulo tra agevolazioni fiscali. Il testo chiarisce che i lavoratori impatriati, cioè coloro che rientrano in Italia dall’estero, non potranno sommare i benefici previsti per loro con gli incentivi destinati ai ricercatori e ai neo-residenti. Una scelta che punta a evitare sovrapposizioni di misure agevolative su uno stesso soggetto.

Le critiche dell’opposizione

Durante il dibattito in Aula, la senatrice del Partito Democratico Cristina Tajani ha duramente criticato il provvedimento, definendolo “un decretino di cartapesta” che offre “briciole a pochi” e non affronta i veri problemi di lavoratori e imprese. Tajani ha parlato di un provvedimento “mascherato da tecnico” che in realtà contiene condoni, deroghe e favoritismi fiscali, senza incidere in modo strutturale sulla riforma del sistema tributario.



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