Frodi bonus edilizi, nel 2025 bloccati quasi mezzo miliardo di crediti di imposta — idealista/news


È ancora allarme sul fronte delle frodi legate ai bonus edilizi. L’Agenzia delle Entrate parla di quasi mezzo miliardi di crediti di imposta bloccati nel 2025. Nel mirino le ristrutturazioni che hanno avuto accesso ai bonus casa. In questo quadro, non si arresta l’attività di controllo esercitata dall’Amministrazione finanziaria. In considerazione, soprattutto, del fatto che tra il 2020 e il 2024 il totale dei crediti prodotti da cessioni e sconti in fattura ha raggiunto i 229 miliardi di euro. Si tratta di crediti che vengono spesi anno per anno e che fino alla fine di maggio di quest’anno ammontavano a 26 miliardi di euro. 

Come evidenziato dal quotidiano economico Il Sole 24 Ore, il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Vincenzo Carbone, ha spiegato: “Da fine 2021 abbiamo avviato una sistematica attività di controllo preventivo sulle comunicazioni di cessione dei crediti relative a interventi edilizi e di risparmio energetico. Si tratta di un presidio particolarmente efficace, poiché effettuando il controllo ex ante si elimina in radice la possibilità di evadere. A oggi, attraverso oltre 92mila istruttorie puntuali, abbiamo impedito l’uso indebito di crediti per oltre 7,5 miliardi”. 

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Questi oltre 7,5 miliardi di euro sono stati bloccati tra il 2022, il 2023 e il 2024. E il 2025 sembra non essere da meno. Sempre secondo quanto precisato dal Sole 24 Ore, i dati parziali al momento a disposizione indicano 9.283 cessioni bloccate per un valore di oltre 423 milioni di euro

Parlando delle verifiche preventive avviate e del blocco dell’erogazione indebita dei crediti, il direttore dell’Agenzia delle Entrate ha sottolineato che il meccanismo di controllo ex ante sulle cessioni dei crediti si è rivelato uno strumento efficace per proteggere la tenuta dell’intero sistema di agevolazioni fiscali. E riferendosi in generale agli obiettivi che il Fisco vuole raggiungere, Carbone ha sottolineato l’intenzione di “essere proattivi, capaci di anticipare i problemi e di proporre soluzioni concrete, anche quando si tratta di rivedere prassi consolidate”. Aggiungendo: “Vogliamo costruire un Fisco che non arrivi al contenzioso, perché il contenzioso rappresenta, per definizione, un fallimento per tutte le parti coinvolte”. 

Si pensa dunque agli accessi brevi per individuare le anomalie prima di arrivare a un accertamento e aumentare la compliance; alla collaborazione preventiva tra Fisco e contribuente; all’utilizzo di strumenti come la cooperative compliance e il concordato preventivo.



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