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Economia dello spazio: interessanti novità per le PMI e le startup innovative.
Il Piano Nazionale per l’economia dello spazio si aggiorna ogni due anni e ha come obiettivo la creazione di un ecosistema italiano che sia orientato all’innovazione di un settore strategico ed alla ricerca, promuovendo l’accesso da parte di aziende private, comprese le PMI e le startup innovative. In sostanza, la governance prevede che negli appalti, almeno il 10% dei lavori dovranno essere affidati proprio a PMI ed a startup innovative. L’economia dello spazio viene finanziata da un fondo: nel 2025, sono previsti sostegni alle imprese per un totale di 35 milioni di euro.
La legge è comunque complessa ed è corredata di 31 articoli, suddivisi in cinque macro aree. L’ASI, acronimo di Agenzia Spaziale Italiane, ha il compito di essere garante per lo sviluppo regolato, sostenibile ed allineato con le priorità strategiche del Paese. Nello specifico, l’autorità nazionale per la regolazione tecnica delle attività spaziali con poteri di autorizzazione, sanzione e vigilanza.
Agevolazioni negli appalti per PMI e Startup innovative
La normativa prevede delle regole per agevolare la partecipazione di PMI e Startup innovative. Se gli appalti non sono suddivisi in lotti, vale la regola del 10%. Dal punto di vista economico, tra i criteri di valutazione dell’offerta più vantaggiosa, la stazione appaltante può considerare la quota percentuale di esecuzione che l’aggiudicatario vuole affidare alle piccole e medie imprese, oppure alle start up innovative in caso di ricorso al sub-appalto.
Se, invece, il subappalto viene svolto direttamente da PMI e Startup innovative, la stazione appaltante viene corrisposto l’importo dovuto al subappaltatore in modo diretto. Il Piano Nazionale per l’economia dello spazio, prevede di quantificare i fabbisogni produttivi e quelli innovativi, programmare interventi e finanziarli. Infatti, l’obiettivo principale è quello di erogare contributi a fondo perduto, decisi insieme al Ministero delle Imprese e del Made in Italy
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