Coltiva Italia, il Governo stanzia un miliardo per l’agricoltura


Risorse spalmate in tre anni per grano duro, carne bovina, colture mangimistiche e olivicoltura. Dovrebbe essere operativo dal 2026

Risorse per un miliardo di euro sull’agricoltura, di cui 300 milioni per il Fondo sulla Sovranità alimentare a difesa delle filiere. Ha avuto il via libera dal Consiglio dei ministri con procedura d’urgenza, il Ddl collegato alla legge di Bilancio che in 20 articoli prevede misure per il settore primario. Il “Coltiva Italia” sarà in campo dal 2026, come previsione di approvazione dal Parlamento. Il tutto all’ombra del rischio dazi, con l’ipotesi al 15%, e dei prospettati tagli alla Politica agricola comune del 20% (da 386 miliardi a 300).

Finanziamo agevolati

Contributi per le imprese

 

Fondi per grano duro, colture mangimistiche e olivicoltura

Lo stanziamento complessivo di un miliardo di euro previsto nel Ddl agricolo collegato alla legge di Bilancio copre il periodo 2026-2028 e mira a rafforzare l’autonomia produttiva dell’agricoltura italiana, sostenendo in modo strutturale i settori chiave e valorizzando le filiere agroalimentari del Paese.

  • Fondo Sovranità alimentare: 300 milioni di euro per rafforzare la coltivazione di frumento, soia e altri settori strategici, ma deficitari;
  • Allevamento Italia: 300 milioni di euro con l’obiettivo di ridurre la dipendenza dalle importazioni e rafforzare la produzione di carne bovina nazionale e la linea vacca-vitello; Piano Olivicolo Nazionale: 300 milioni di euro per il reimpianto di oliveti con varietà resistenti e il ripristino della capacità produttiva delle aziende;
  • Stabilizzazione dei mercati: 10 milioni di euro per garantire prezzi certi e stabilizzare i mercati. Risorse destinate ai contratti di filiera per il frumento, che prevedono un credito d’imposta dal 20% al 40% a seconda della durata degli accordi (da 3 a 5 anni), con il prezzo stabilito per l’intera durata del contratto;
  • Ricambio generazionale: 150 milioni di euro per facilitare l’accesso al credito per le imprenditrici e dei giovani imprenditori agricoli tra i 18 e i 41 anni;
  • Terre ai giovani: Ismea metterà a bando 8.417 ettari che potranno essere assegnati in comodato d’uso gratuito per 10 anni a persone tra i 18 e i 41 anni, con la possibilità di riscatto al 50% del valore iniziale al termine del contratto. Terre abbandonate e silenti a disposizione, in concessione o affitto;
  • Ricerca e innovazione: 13, 5 milioni di euro. Si rafforzano ricerca e digitalizzazione. Il Crea assumerà 45 nuove unità di personale dedicate alla ricerca;
  • Sostegno alle imprese colpite da epizoozie che potranno beneficiare di una moratoria di 12 mesi sulla quota capitale delle rate di mutui e altri finanziamenti a rimborso rateale in scadenza nel 2026.

Inoltre, Agea si trasformerà in Ageait. Poi il capitolo semplificazione: le istruttorie dei Centri autorizzati di assistenza agricola (Caa) diventeranno immediatamente esecutive per le pratiche prive di valutazioni discrezionali.

Risorse spalmate su tre anni

«Ma non è una goccia nel mare», sottolinea in conferenza stampa a Palazzo Chigi il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, illustrando il provvedimento al termine del Cdm, insieme al ministro delle Politiche di Coesione, Tommaso Foti. «È un provvedimento impattante – dice Lollobrigida – che mira a rafforzare l’autonomia produttiva dell’agricoltura italiana, sostenendo in modo strutturale i settori chiave e valorizzando le filiere agroalimentari del Paese» potendo contare su un ulteriore miliardo di euro, in aggiunta agli 11 già stanziati per il settore in questi anni. Il collegato agricolo spalmerà le risorse su tre anni, dal 2026 al 2028, individuando tre pilastri prioritari per attuare una strategia per la Sovranità alimentare, su cui distribuirà 300 milioni su ognuno.

Approvazione prevista nel 2026

Quanto alla tempistica del provvedimento, la procedura d’urgenza dimezza i tempi e una data probabile per l’approvazione potrebbe essere marzo 2026, hanno assicurato Lollobrigida e Foti. «Sarà in campo il prossimo anno», ha detto Lollobrigida appellandosi alla convergenza di intenti di tutti i partiti in Parlamento per l’attenzione che mostrano al settore primario in un clima di eventuale miglioramento del testo. Un provvedimento, ha tenuto poi a sottolineare il ministro «che non è una goccia nel mare ma è impattante e a garanzia di molti settori dell’agroalimentare».

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