La Procura di Bologna avrebbe aperto un’indagine su diversi interventi edilizi realizzati in città. Si tratterebbe di un fascicolo conoscitivo, quindi senza indagati né reati ipotizzati. A parlarne è stato oggi il Corriere di Bologna e l’inchiesta sarebbe nata da un esposto presentato da vari comitati cittadini. L’esposto denuncerebbe la costruzione di edifici alti, spesso oltre dieci piani, in sostituzione di capannoni o palazzi più piccoli. Questi interventi, secondo l’esposto, sarebbero stati approvati con una semplice Scia, cioè una Segnalazione certificata di inizio attività. Una procedura molto più rapida rispetto al piano particolareggiato, che prevede invece maggiori controlli e garanzie pubbliche.
Il gruppo promotore dell’esposto è composto da diverse realtà locali. Tra queste ci sono Fermiamo i mostri urbani, Residenti Santa Viola, Tutela alberi Bologna, Nido Cavazzoni, Parco Acerbi, No Palazzoni e il centro sociale Villa Paradiso.
Le aree coinvolte sono tutte nella periferia bolognese. Si tratta, in particolare, delle zone Mazzini, Due Madonne, Corticella, Bolognina, Stalingrado e Ospedale Maggiore. Qui i nuovi edifici residenziali sarebbero stati realizzati come fossero ristrutturazioni, pur avendo caratteristiche completamente diverse dagli immobili precedenti.
Secondo l’esposto, «sono stati classificati come interventi di ristrutturazione edilizia e ricostruzione anche quando hanno comportato la totale sostituzione di un precedente edificio, o la costruzione di edifici completamente nuovi, con differente destinazione e con volumi e superfici ampiamente maggiori rispetto all’originale».
In sostanza, gli edifici, secondo le accuse, sarebbero nati come se fossero ristrutturazioni, ma nella pratica si tratterebbe di costruzioni nuove. Inoltre, secondo i comitati, questi interventi non avrebbero rispettato gli standard urbanistici richiesti. Ad esempio, mancherebbero spazi verdi e parcheggi pubblici.
L’esposto cita anche il caso di Milano. Lì, un’indagine della magistratura ha portato a verifiche simili. I comitati ricordano che «a Milano è accaduto che la Procura abbia avviato prima indagini, poi procedimenti penali proprio riguardo a interventi di ristrutturazione edilizia molto consistenti avvenuti in un territorio urbano, sui quali sono state individuate mancate applicazioni della legge urbanistica nazionale».
Ora la Procura bolognese dovrà stabilire se quanto denunciato è fondato. Inoltre, dovrà capire se ci sono state irregolarità nelle pratiche edilizie autorizzate dal Comune, guidato dal sindaco Matteo Lepore.
foto: solo rappresentativa
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