FERMO I dazi Usa sono in pericolo 60 milioni di euro di export tra calzatura, pelletteria, pelli e pellicce. È il valore dell’export fermano verso gli States nel 2024 secondo i numeri diffusi da Assocalzaturifici e Assopellettieri.
Le pmi
«I dazi Usa rappresentano un colpo durissimo per le piccole imprese e per l’export locale. Serve una risposta unitaria e urgente» esordiscono il presidente di Cna Fermo Emiliano Tomassini e il direttore generale Andrea Caranfa. Secondo i quali le piccole imprese sono le più esposte.
«Questo tipo di provvedimenti rischia di spezzare equilibri consolidati e di mettere in ginocchio piccole ma importanti realtà produttive. I dazi mettono a rischio non solo le esportazioni dirette – affermano i vertici di Cna Fermo riferendosi non solo al settore moda – ma anche le forniture di componenti e beni intermedi destinati a produzioni più complesse. Il danno economico e occupazionale rischia di essere enorme».
L’associazione fermana chiede un’azione che miri a scongiurare l’inasprimento della guerra commerciale: «Serve un fronte comune dell’Ue per evitare un negoziato al ribasso – concludono Tomassini e Caranfa – e, parallelamente, strumenti di sostegno per le imprese più esposte, con risorse comunitarie e nazionali per affrontare un impatto che, senza contromisure, rischia di essere devastante».
I dazi Usa sono stati affrontati anche al Tavolo nazionale della moda che si è svolto martedì a Roma. Per Giovanna Ceolini, presidente di Assocalzaturifici e di Cam-Confindustria Accessori Moda, oltre alla questione dazi c’è anche un problema valutario che frena l’export italiano. «Dall’inizio dell’anno l’euro si è rivalutato circa del 14,5% sul dollaro. In maniera più o meno rigida seguono i movimenti del dollaro le valute — fra gli altri — di Cina, India, Pakistan, Vietnam, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Malesia e Tailandia. Così l’export in euro, ancora prima dei dazi, è diventato più costoso» segnala Ceolini. Che riepiloga le richieste presentate al Governo da Cam.
Le richieste
La prima è che il Fondo Speciale Moda (che venga reso utilizzabile dall’intera filiera della moda) conceda garanzie fino all’80% per: investimenti in digitalizzazione, tracciabilità, e sostenibilità; capitale circolante, in modo da sopperire alle problematiche legate alla stagionalità delle attività di moda; innovazione di processo e prodotto. Un’altra richiesta è il potenziamento del Fondo di Garanzia Pmi, con priorità settoriale per la moda. E che venga affrontato in maniera congiunta il tema della legalità poiché è essenziale che l’intera filiera produttiva operi nel rispetto delle leggi e delle normative vigenti.
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