La Sicilia vuole seguire il modello Portogallo offrendo dal 2026 agevolazioni fiscali sconti fiscali per chi si trasferisce o investe sull’isola: pensionati, professionisti, aziende e start‑up in primis. Ma i servizi saranno all’altezza?
Dal 2026, la Sicilia punta a sfruttare appieno il proprio Statuto speciale, introducendo agevolazioni fiscali rivolte a chi sceglierà di vivere, investire o lavorare sull’isola. Una novità attesa da quasi ottant’anni, resa possibile dall’approvazione, il 15 luglio 2025, di un decreto legislativo che consente alla Regione di modulare le imposte locali (come IRPEF, IRAP e addizionali), arrivando in certi casi fino all’azzeramento.
Un modello ispirato all’esperienza portoghese
Il riferimento non è casuale: l’obiettivo è attrarre pensionati, professionisti e imprese, sull’esempio di quanto fatto in passato dal Portogallo con il regime dei “residenti non abituali”. Quel meccanismo aveva funzionato per anni, ma è stato poi ridimensionato a causa di problemi collaterali: boom immobiliare, pressione sui servizi pubblici e malcontento locale.
Le agevolazioni previste e chi può beneficiarne
Le nuove misure regionali includono esenzioni, detrazioni e deduzioni su tributi locali, con la possibilità di compensazioni fiscali gestite in collaborazione con l’Agenzia delle Entrate. L’incentivo si rivolge a chi acquista casa trasferendo la residenza in Sicilia, ma anche a aziende e start‑up che aprono o spostano la sede operativa. Particolarmente attrattive le agevolazioni per i pensionati stranieri, invogliati a godersi il sole siciliano a condizioni fiscali agevolate.
Secondo uno studio dell’Università di Palermo, la misura potrebbe generare fino a 8 miliardi di investimenti privati in cinque anni e creare oltre 45.000 nuovi posti di lavoro, soprattutto nei settori turismo, agricoltura tecnologica, logistica e manifattura avanzata.
Ma senza servizi, gli sconti non bastano
Insomma, un vero e proprio Eden in Italia. O forse no perché non è oro tutto quello che luccica. Senza un rafforzamento dei servizi pubblici, dalle infrastrutture sanitarie ai trasporti, il rischio è che il piano resti una promessa incompiuta. La sfida sarà evitare gli errori portoghesi e coinvolgere i residenti, affinché i benefici non restino concentrati nelle mani di pochi.
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Fonte: Comunicato stampa del Consiglio dei Ministri n. 134
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