La Camera ha approvato definitivamente il Decreto fiscale con 147 sì, 87 no e 5 astenuti. Il testo ambisce, in teoria, a rendere meno opaco il rapporto tra Fisco e cittadini, con ritocchi pensati per partite Iva e concordato biennale. Ora tocca al Senato, chiamato a chiudere la partita entro la fine di luglio. Vediamo le principali misure che sono state adottate.
Regolarizzazione agevolata e concordato biennale
Cuore della riforma è il ravvedimento speciale che consente di sanare irregolarità fiscali relative agli anni 2019-2023 per chi aderirà al concordato biennale nel biennio 2025-2026.
La sanatoria fiscale consente ai soggetti che applicano gli Isa e che accettano il concordato biennale di chiudere i conti con il Fisco per il periodo 2019-2023, versando imposte sostitutive proporzionate al proprio livello di affidabilità fiscale, con percentuali che crescono al calare del punteggio Isa e con un ulteriore sconto del 30% per il biennio della pandemia. Si potrà pagare in un’unica soluzione entro marzo 2026 o in dieci rate mensili. Un intervento stimato in quasi 400 milioni di euro di minori entrate distribuite tra il 2026 e il 2030. L’Agenzia delle Entrate poi definirà a breve tempi e modalità operative.
La mossa ha però acceso le polveri in Aula: Maria Cecilia Guerra (Pd) ha definito la misura “un ulteriore schiaffo a chi paga regolarmente”, mentre i Cinque Stelle l’hanno bollata come “l’ennesimo condono” e “un disperato tentativo di spingere le adesioni a un concordato fallimentare”. Queste sono solo le principali critiche che vengono
La maggioranza, invece, rivendica l’intento di dare respiro e certezze a professionisti e imprese, pur senza ricorrere al voto di fiducia.
Verifiche più motivate e trasparenti
Sul fronte dei controlli, il decreto rafforza le garanzie procedimentali imponendo a Guardia di Finanza e Agenzia delle Entrate di motivare in modo puntuale e scritto le ragioni che giustificano ispezioni, accessi e verifiche, comprese quelle senza preavviso.
L’obbligo riguarda ogni attività in locali destinati a uso commerciale, agricolo o professionale e si traduce nella necessità di specificare motivazioni negli atti di autorizzazione e nei verbali.
Questa modifica arriva non a caso, ma è stata necessaria e in qualche modo forzata dopo una sentenza di condanna all’Italia emessa dalla Corte europea dei diritti dell’uomo a febbraio.
Deduzioni, rimborsi e tracciabilità delle spese
Tra le altre disposizioni c’è un chiarimento sulla deducibilità delle spese di trasferta sostenute all’estero anche se effettuate con mezzi non tracciabili, mentre resta obbligatorio l’uso di pagamenti tracciabili per dedurre le spese di rappresentanza, sia in Italia sia all’estero.
Inoltre, per i contribuenti Isa e forfettari slitta al 20 agosto la scadenza per versare il saldo 2024 e l’acconto 2025, con una maggiorazione dello 0,4%.
Novità per Imu, aliquote e incentivi ai lavoratori
Un’altra novità è che i comuni avranno più tempo, fino al 15 settembre, per approvare le delibere sulle aliquote Imu, superando il termine ordinario del 28 febbraio. È stata anche introdotta la regola che vieta la cumulabilità tra le agevolazioni per i lavoratori impatriati e quelle previste per i ricercatori e i neo-residenti.
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