Secondo l’ultimo Bollettino mensile dell’ABI, a giugno 2025 in media gli interessi si sono attestati al 3,17%, confermando il livello toccato a maggio, a valle di una lunga scia ribassista. Per fare qualche confronto, ad aprile il tasso medio era stato del 3,27%, mentre a giugno 2024 il dato medio era stato del 3,55%.
Si consolida l’andamento positivo dei tassi relativi ai mutui casa. Secondo l’ultimo Bollettino mensile dell’ABI, a giugno 2025 in media gli interessi si sono attestati al 3,17%, confermando il livello toccato a maggio.
Per fare qualche confronto, ad aprile il tasso medio era stato del 3,27%, mentre a giugno 2024 il dato medio era stato del 3,55%. Dunque, il mercato si è adeguato alle decisioni di politica monetaria e c’è da credere che le condizioni favorevoli per i sottoscrittori di finanziamenti legati all’acquisto di immobili proseguiranno anche nei mesi a venire.
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Si amplia il vantaggio dei tassi variabili rispetto ai fissi
Tornando al Bollettino dell’ABI, a luglio di quest’anno il tasso Euribor a 3 mesi (indicatore di riferimento per la costruzione dei mutui a tasso variabile) è stato in media dell’1,99%, sostanzialmente stabile rispetto a giugno 2025 (1,98%) e inferiore di 85 punti base rispetto a dicembre 2024 (2,84%). A questo proposito, occorre considerare che è difficile fare analisi in merito alle variazioni da un mese all’altro, mentre i confronti a medio termine rendono evidente il consolidamento del trend ribassista.
Il tasso IRS a 10 anni (molto usato nella costruzione dei mutui a tasso fisso), invece, è stato in media del 2,64%, in aumento di 8 punti base rispetto a giugno (2,56%) e superiore di 41 punti base rispetto a dicembre 2024 (2,23%).
Queste tendenze trovano conferma nelle rilevazioni dell’Osservatorio di MutuiOnline.it, che a giugno ha rilevato un tasso medio per le richieste di mutui a 20 e 30 anni del 2,63% per quel che concerne il variabile (in forte discesa dal 3,31% di aprile) e del 3,05% per il fisso (in questo caso vi è stata una stabilizzazione negli ultimi mesi, a seguito di un forte ribasso nei mesi precedenti).
La differenza rispetto alle rilevazioni dell’ABI si spiega con la maggiore convenienza che è possibile ottenere nel momento in cui si sceglie un mutuo in digitale e si fa riferimento a un comparatore come MutuiOnline.it.
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Rilevazione del 23/07/2025 ore 09:00.
Migliorano le condizioni d’accesso ai finanziamenti
La causa principale dei ribassi è da rinvenirsi negli otto tagli al costo del denaro decisi dalla BCE a partire da giugno del 2024. Oltre all’azione delle banche italiane, che hanno risanato i propri bilanci rispetto a qualche anno fa e ora propongono condizioni favorevoli per i risparmiatori.
Una conferma in tal senso arriva da un’altra rilevazione dell’Associazione Bancaria Italiana. A maggio 2025, i crediti deteriorati netti (cioè l’insieme delle sofferenze, inadempienze probabili ed esposizioni scadute e/o sconfinanti, calcolato al netto delle svalutazioni e degli accantonamenti già effettuati dalle banche) sono diminuiti ulteriormente, a 31,2 miliardi di euro, da 31,3 miliardi di dicembre 2024. Rispetto al loro livello massimo, 196,3 miliardi raggiunti nel 2015, sono in calo di oltre 165 miliardi.
Il calo dei tassi ufficiali spiega anche la contrazione dei tassi relativi ai prestiti. A giugno, il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese è sceso al 3,56% dal 3,66% del mese precedente e dal 5,45% di dicembre 2023. Mentre il tasso medio sul totale dei prestiti (quindi sottoscritti negli anni) è sceso al 4,02% dal 4,08% del mese precedente.
Scendono i rendimenti per gli investitori
L’altra faccia della medaglia è costituita dal fatto che il calo dei tassi ufficiali spinge verso il basso il tasso praticato sui nuovi depositi a durata prestabilita (cioè certificati di deposito e depositi vincolati), che a giugno 2025 scende al 2,08% dal 2,17% di maggio. In ogni caso, rispetto a giugno 2022, (ultimo mese prima dei rialzi dei tassi BCE decisi per l’avanzare dell’inflazione) quando il tasso era dello 0,29%, l’incremento è stato di 179 punti base.
Il Bollettino dell’ABI segnala, poi, che il rendimento delle nuove emissioni di obbligazioni bancarie a tasso fisso a giugno 2025 è stato del 3,24%, con un incremento di 193 punti base rispetto a giugno 2022.
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