Meno tasse se ti trasferisci in Sicilia, a chi spettano gli sconti fiscali


Lo scorso 14 luglio il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto legislativo che attua un accordo tra Stato e Regione Siciliana risalente al 2009. Secondo questo accordo, la Sicilia può abbassare le imposte regionali a persone e imprese che decidono di trasferirsi sull’isola. L’obiettivo è attrarre investimenti e nuovi residenti.

Si tratta di una strategia già attuata all’estero, in particolare dal Portogallo. Nel 2009, quando il Paese era in crisi, il Governo abbassò le tasse agli stranieri, in particolare su redditi e pensioni. In 15 anni il programma fece immigrare meno di 90mila persone, per poi essere soppresso tra le polemiche.

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Gli sconti fiscali per andare ad abitare in Sicilia

Il decreto legislativo che permetterà alla Sicilia di mettere in pratica gli sconti è stato voluto da Giorgia Meloni e dal ministro per gli Affari regionali, il leghista Roberto Calderoli. Prima di entrare in vigore dovrà essere firmato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella ed essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Soddisfatto il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani:

Un passo storico che, a quasi ottant’anni dalla sua adozione, riconosce finalmente alla Sicilia la possibilità di applicare una fiscalità di sviluppo, in piena coerenza con l’autonomia finanziaria della Regione. Potremo intervenire sulle aliquote fiscali di nostra competenza, riducendole fino ad azzerarle, per attrarre investimenti esterni e favorire anche imprese e cittadini siciliani.

La Sicilia è una Regione a statuto speciale e ha quindi più libertà rispetto alle altre regioni italiane. Nonostante questo però, le leggi che applicheranno questo decreto non potranno cambiare le tasse nazionali, ma solo quelle locali.

Le imposte regionali della Sicilia

La Sicilia potrebbe quindi intervenire soltanto sui tributi locali. Quelli regionali sono l’addizionale Irpef e l’Irap. La Sicilia ha una delle addizionali Irpef più basse d’Italia, l’1,23%, mentre ha un’Irap piuttosto alta, tra il 4,82 e il 4,97%. A queste vanno ad aggiungersi le addizionali Irpef comunali. Non è chiaro se la Sicilia potrà abbassare anche questa imposta.

Nel 2023 il sindacato Uil aveva condotto uno studio sulle imposte regionali in Italia. Secondo questi dati, in Sicilia una persona con un reddito lordo di 20mila euro potrebbe risparmiare, da un azzeramento delle addizionali Irpef comunali e regionali, tra 246 e 449 euro all’anno. Una persona con un reddito lordo di 40mila euro, arriverebbe a risparmiare tra 736 e 897 euro all’anno, a seconda del Comune di residenza.

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Capoluogo provinciale Addizionali (20mila euro di reddito) Addizionali (40mila euro di reddito)
Agrigento 406 euro all’anno 812 euro all’anno
Caltanissetta 406 euro all’anno 812 euro all’anno
Catania 406 euro all’anno 812 euro all’anno
Enna 246 euro all’anno 812 euro all’anno
Messina 406 euro all’anno 812 euro all’anno
Palermo 449 euro all’anno 897 euro all’anno
Ragusa 371 euro all’anno 763 euro all’anno
Siracusa 406 euro all’anno 812 euro all’anno
Trapani 406 euro all’anno 812 euro all’anno

Come è andata questa iniziativa in Portogallo

Si tratta però solo di ipotesi, che dovranno tener conto anche dell’impatto di queste misure sul fisco siciliano e sulla popolazione. Nel 2009 il Portogallo ha intrapreso un’iniziativa simile, anche se più estesa. Il piano era lo stesso: abbassare le tasse per persone e aziende straniere in modo da attirarle nel Paese. In 15 anni sono arrivate 89mila persone in Portogallo grazie a questa iniziativa.

È ancora difficile stimare quale sia stato l’impatto delle misure sull’economia portoghese. Nel 2024 però, questi sconti fiscali sono stati ritenuti responsabili della crisi abitativa nelle grandi città del Paese, almeno parzialmente. Il governo di centrosinistra allora in carica decise quindi di abolirli.





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