Bce: criteri di credito stabili per le imprese, più rigidi per le famiglie


Secondo l’ultimo sondaggio della Banca centrale europea (BCE) di luglio 2025, le banche dell’area euro hanno mantenuto praticamente gli stessi criteri di credito per i prestiti alle imprese nel secondo trimestre dell’anno. Questo significa che le regole e le condizioni che le banche applicano per concedere prestiti o linee di credito alle aziende non sono cambiate molto.

Invece, per i mutui immobiliari (i prestiti per comprare casa) e soprattutto per i prestiti al consumo (prestiti personali, carte di credito, finanziamenti per beni di consumo), i criteri di credito si sono leggermente inaspriti, cioè sono diventati un po’ più rigidi, in particolare per il credito al consumo.

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Le banche hanno spiegato che questo inasprimento è dovuto principalmente a rischi percepiti sull’economia: temono che l’andamento economico possa creare problemi, quindi sono più caute. Tuttavia, la concorrenza tra banche ha attenuato un po’ questa tendenza, impedendo che i criteri diventassero troppo rigidi.

Per quanto riguarda l’incertezza geopolitica (tensioni politiche e commerciali tra Paesi), le banche non hanno dichiarato che questo abbia portato a un inasprimento specifico dei criteri, anche se stanno monitorando con più attenzione i settori e le imprese più vulnerabili a questi rischi.

Guardando al futuro, per il terzo trimestre del 2025, le banche prevedono che i criteri di credito per le imprese rimarranno stabili, per i mutui immobiliari si allenteranno un po’ (diventeranno un po’ più facili da ottenere) e per il credito al consumo si inaspriranno ancora (diventeranno più difficili).

Per quanto riguarda le condizioni concrete dei prestiti (cioè cosa viene effettivamente concordato nei contratti), queste si sono allentate per i prestiti alle imprese, sono rimaste stabili per i mutui immobiliari e si sono inasprite per il credito al consumo.

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Nel secondo trimestre del 2025, la domanda di prestiti da parte delle imprese è leggermente aumentata, anche se nel complesso è ancora debole. Questo aumento è stato aiutato dal calo dei tassi di interesse, che rende più conveniente prendere un prestito, ma è stato frenato dall’incertezza globale e dalle tensioni commerciali. La domanda di mutui per comprare casa invece è cresciuta molto, spinta da tassi di interesse più bassi, da prospettive migliori del mercato immobiliare e dalla maggiore fiducia dei consumatori. La domanda di prestiti al consumo è invece aumentata solo un po’, perché i fattori positivi (tassi più bassi) sono stati bilanciati da una minore fiducia dei consumatori e da una minore spesa per beni durevoli.

Per il terzo trimestre del 2025, le banche prevedono un aumento netto della domanda di prestiti alle imprese, un ulteriore forte aumento della domanda di mutui per l’acquisto di abitazioni, mentre la domanda di credito al consumo dovrebbe rimanere stabile.

Infine, l’accesso delle banche dell’area euro ai finanziamenti (cioè la loro capacità di ottenere denaro da diverse fonti come depositi dei clienti, mercati finanziari e titoli di debito) è leggermente migliorato nel secondo trimestre del 2025, grazie soprattutto alla raccolta di fondi a breve termine e ai mercati monetari. Questo accesso è rimasto stabile per quanto riguarda le cartolarizzazioni (strumenti finanziari che permettono di trasformare prestiti in titoli da vendere sul mercato). Le banche prevedono che nei prossimi tre mesi questa situazione rimarrà sostanzialmente invariata.



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