BARI -L’agricoltura pugliese rischia di pagare un prezzo altissimo alla nuova impostazione del bilancio europeo per il periodo 2028-2034. Secondo una stima elaborata da Coldiretti su dati Agea, saranno oltre 70 mila gli agricoltori della regione a subire le conseguenze della riduzione dei fondi della Pac, la Politica agricola comune, in seguito alla decisione della Commissione Ue guidata dalla presidente Ursula von der Leyen di integrare le risorse agricole nel fondo unico per politiche agricole e di coesione.
Una manovra che, secondo Coldiretti, determinerà una perdita secca per migliaia di imprese agricole, compromettendo investimenti già avviati e prospettive di sviluppo incentrate su sostenibilità, innovazione e sicurezza alimentare. L’allarme è stato rilanciato nel corso dell’Assemblea nazionale di Coldiretti, alla presenza del presidente nazionale Ettore Prandini, del segretario generale Vincenzo Gesmundo e dei vertici di Coldiretti Puglia, Alfonso Cavallo e Pietro Piccioni.
Tra gli ospiti istituzionali anche Raffaele Fitto, vicepresidente esecutivo della Commissione europea e commissario per la politica regionale, e il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida.
Secondo Coldiretti, il piano di bilancio della Commissione rischia di stravolgere gli equilibri del settore agricolo europeo, riducendo drasticamente gli strumenti a sostegno dello sviluppo rurale, della produzione di energia pulita, della tutela dell’ambiente e del presidio delle aree interne. Un taglio che, nei numeri, è già visibile: meno 20% delle risorse, con il peso della Pac che scenderebbe al 14% del bilancio complessivo dell’Ue, contro il 30-35% del passato.
“Non possiamo accettare che risorse essenziali per il cibo e la salute vengano dirottate verso il riarmo”, ha dichiarato Vincenzo Gesmundo, definendo la misura una deriva inaccettabile. “La nostra mobilitazione sarà costante, perché questa scelta mette a rischio la sicurezza alimentare e penalizza un settore che rappresenta la salute e la qualità della vita dei cittadini”.
Il presidente Ettore Prandini è ancora più esplicito: “È una decisione miope e pericolosa. In un mondo segnato da instabilità e guerre, servono più investimenti nel cibo, non nei carri armati”. Prandini ha ricordato che Cina e Stati Uniti investono singolarmente 1.400 miliardi nell’agricoltura, mentre l’Europa, con questa manovra, passerebbe da 386 a 302 miliardi, mettendo a repentaglio un settore che in Italia vale 707 miliardi e dà lavoro a 4 milioni di persone.
Il rischio concreto è che la riduzione degli aiuti porti a un aumento delle importazioni, esponendo i consumatori alle fluttuazioni dei mercati globali e indebolendo la sovranità alimentare del continente. E i cittadini sembrano averlo capito: secondo l’Eurobarometro, il 70% degli europei considera la Pac uno strumento fondamentale per garantire cibo sicuro e di qualità.
Ma per Coldiretti non basta l’indignazione. “Abbiamo elaborato proposte concrete per semplificare la vita degli agricoltori e liberarli dal peso della burocrazia europea”, ha assicurato Prandini. La battaglia sarà anche culturale e politica, per restituire all’agricoltura la centralità che merita nel progetto europeo.
Coldiretti Puglia, con il suo presidente Alfonso Cavallo e il direttore Pietro Piccioni, ha già annunciato una mobilitazione forte e permanente: “Non possiamo accettare che si tolgano fondi alle imprese agricole e al cibo sano per finanziare strumenti di guerra. La nostra regione ha un patrimonio agroalimentare strategico e un tessuto produttivo che non può essere sacrificato. Nei prossimi due anni daremo battaglia per difendere gli agricoltori e salvare il sogno europeo”.
Il messaggio lanciato dalla base agricola pugliese è chiaro: l’agricoltura non può essere marginalizzata. La Pac non è un privilegio, ma un investimento strutturale sulla salute, sulla coesione sociale e sul futuro dei territori. E l’Europa che vuole continuare a parlare di pace, democrazia e libertà dovrà necessariamente tornare a scommettere sulla sua terra.
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