La Cina ha confermato che i leader dell’Unione Europea (Ue) si recheranno giovedì nel Paese per un vertice, in un momento in cui i due partner commerciali cercano di appianare una serie di controversie. Diverse questioni avvelenano le relazioni bilaterali, dalle sovrattasse europee sui veicoli elettrici cinesi alle restrizioni di cui si ritengono vittime alcune aziende del Vecchio Continente in Cina. La stretta partnership economica e diplomatica tra Cina e Russia è vista con sospetto da molte capitali dell’Ue, che accusano Pechino di sostenere indirettamente lo sforzo bellico russo in Ucraina.
È in questo contesto teso che giovedì si terrà a Pechino un vertice per celebrare i 50 anni di relazioni diplomatiche tra la Cina e la Comunità europea, poi diventata l’Ue. Il ministero degli Esteri cinese ha confermato lunedì che il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, e la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, si recheranno giovedì in Cina. Venerdì l’Ue ha annunciato in un comunicato che i suoi due leader avrebbero partecipato al vertice di Pechino, precisando che avrebbero incontrato il presidente cinese Xi Jinping, per discutere delle relazioni tra l’Ue e la Cina e “delle attuali sfide geopolitiche, in particolare la guerra condotta dalla Russia in Ucraina”. Con il primo ministro cinese Li Qiang, “approfondiranno gli aspetti commerciali ed economici delle relazioni”.
Sebbene i legami tra Cina ed Europa non siano così deteriorati come quelli tra Pechino e Washington, negli ultimi anni si sono moltiplicate le controversie in settori quali l’industria ferroviaria, i pannelli solari e le turbine eoliche. L’Ue teme che l’eccesso di produzione manifatturiera in Cina, alimentato da sovvenzioni pubbliche, aggravi un già consistente deficit commerciale e che il mercato europeo venga invaso da prodotti cinesi a basso costo, a scapito delle imprese del Vecchio Continente. La controversia si è intensificata con l’introduzione, lo scorso anno, da parte dell’Ue di dazi doganali supplementari sui veicoli elettrici fabbricati in Cina. Per ritorsione, Pechino ha preso di mira in particolare il cognac francese. I principali esportatori, come Hennessy, Rémy Cointreau e Martell, sono tuttavia sfuggiti alle tasse annunciate dalla Cina, che saranno sostituite da aumenti di prezzo negoziati.
“Questo vertice è un’occasione per avviare un dialogo con la Cina al più alto livello e per discutere in modo franco e costruttivo questioni che riguardano entrambi”, ha dichiarato Antonio Costa pochi giorni fa. “Vogliamo un dialogo, un impegno reale e progressi concreti. Puntiamo a una relazione equa ed equilibrata che vada a vantaggio di entrambe le parti”, ha sottolineato. Insieme a Ursula von der Leyen, capo dell’esecutivo europeo, cercherà anche di ottenere un allentamento delle restrizioni sulle esportazioni di terre rare cinesi, indispensabili per la produzione di telefoni cellulari e auto elettriche. La guerra in Ucraina è un altro tema di discordia. La Cina invita regolarmente a negoziati di pace e al rispetto dell’integrità territoriale di tutti i paesi, compresa l’Ucraina. Tuttavia, non ha mai condannato la Russia e ha rafforzato le sue relazioni con Mosca dall’inizio dell’invasione russa nel febbraio 2022. Molte capitali europee accusano quindi il gigante asiatico di offrire a Putin un sostegno economico cruciale per il suo sforzo bellico.
La scorsa settimana Bruxelles ha annunciato un nuovo pacchetto di sanzioni contro Mosca che colpiscono il petrolio russo, ma prendono di mira anche alcune entità cinesi. Lunedì il ministero cinese del Commercio ha denunciato sanzioni “contrarie allo spirito di consenso raggiunto tra i leader cinesi ed europei” che avranno “un grave impatto negativo” sulle relazioni economiche e commerciali tra Cina ed Europa. Altro dossier in sospeso: le forniture mediche. Il 20 giugno la Commissione europea ha annunciato l’esclusione delle aziende cinesi dagli appalti pubblici superiori a cinque milioni di euro. Una misura presa in nome delle restrizioni che colpiscono le aziende europee sul mercato cinese. In risposta, Pechino ha annunciato misure di ritorsione simili nei confronti delle aziende europee.
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