Nel panorama sempre più complesso del credito commerciale, Alberto Stoppani – Strategic Advisor di Credit Service Italia – porta la voce di un’azienda che ha fatto dell’etica del recupero crediti e dell’innovazione digitale i suoi punti di forza.
Credit Service Italia affianca PMI, professionisti e grandi imprese con un modello a “zero anticipi” e un approccio flessibile, capace di coniugare tutela finanziaria e relazioni commerciali durature.
Nell’intervista rilasciata a Capitalist.it, Stoppani fa luce su uno dei problemi più sottovalutati dell’economia italiana: le fatture insolute, che affliggono oltre il 70% delle PMI e l’84% delle grandi aziende, soprattutto nei settori commercio e servizi. Tra criticità normative, ritardi culturali e nuove soluzioni tecnologiche, emerge la necessità di una gestione più strategica dei crediti per garantire continuità aziendale e accesso al credito, soprattutto in tempi di incertezza economica.
Quanto pesa oggi il problema delle fatture insolute per le imprese italiane, soprattutto per PMI e liberi professionisti?
In Italia, le fatture insolute rappresentano un problema significativo per le piccole e medie imprese (PMI), con circa il 70% che affronta difficoltà nel recupero dei crediti. Questo fenomeno può avere gravi conseguenze sul flusso di cassa delle PMI, portando a difficoltà finanziarie e, in alcuni casi, alla chiusura dell’attività. La percentuale sale fino all’84% per le aziende più grandi, con una concentrazione delle criticità nel settore commercio (87,6%) e nelle realtà del Sud Italia (81%).
Secondo lei, perché in Italia il mancato pagamento è diventato una “prassi tollerata”? È un problema culturale, normativo o di inefficienza nei controlli?
Il mancato pagamento delle fatture in Italia, sebbene non sia una prassi ufficialmente tollerata, è purtroppo un fenomeno diffuso. Questo può dipendere da diversi fattori, tra cui la complessità delle procedure di recupero crediti, la difficoltà nel dimostrare il danno effettivo subito e, in alcuni casi, la consapevolezza da parte dei debitori della possibilità di dilazionare i pagamenti senza immediate conseguenze.
Fattori che contribuiscono alla tolleranza del mancato pagamento:
- Lunghezza delle procedure legali: Il processo per il recupero di un credito tramite vie legali può essere lungo e costoso, scoraggiando molti creditori dall’intraprenderlo, specialmente per importi relativamente bassi.
- Difficoltà nel dimostrare il danno: In alcuni casi, può essere difficile quantificare e dimostrare il danno effettivo causato dal mancato pagamento, rendendo più complicato ottenere un risarcimento.
- Conoscenza delle scappatoie: Alcuni debitori sono consapevoli delle scappatoie legali e delle tempistiche che possono allungare il recupero del credito, sfruttandole per ritardare i pagamenti.
- Cultura del pagamento: In alcuni settori, o in specifiche zone geografiche, può esserci una maggiore tolleranza verso i ritardi nei pagamenti, influenzata da fattori culturali o da prassi consolidate nel tempo.
- Paura di ritorsioni: Piccole imprese o liberi professionisti potrebbero temere ritorsioni da parte di clienti morosi, soprattutto se legati ad un unico committente, e preferire quindi evitare azioni legali dirette.
- Manovre dilatorie: Alcuni debitori utilizzano tattiche dilatorie, come richiedere giustificazioni per il pagamento o solleciti ripetuti, per guadagnare tempo e posticipare il momento del saldo.
- Danni all’immagine: Un’azienda che non paga puntualmente i propri fornitori può subire danni alla propria reputazione. Interessi di mora: Il debitore può essere tenuto a pagare gli interessi di mora sul debito, calcolati a partire dalla data di scadenza della fattura.
- Difficoltà nell’accesso al credito: Un’impresa con un elevato numero di fatture insolute può avere difficoltà ad ottenere finanziamenti o prestiti.
- Rischio di fallimento: In casi estremi, il mancato pagamento di debiti importanti può portare al fallimento dell’impresa debitrice.
In conclusione, mentre il mancato pagamento delle fatture può essere una prassi diffusa in Italia, è importante ricordare che si tratta di un comportamento che può avere conseguenze legali ed economiche significative. Le imprese e i professionisti dovrebbero cercare di tutelare i propri crediti, ricorrendo ove necessario alle vie legali e cercando di prevenire il rischio di insolvenza.
Credit Service Italia propone un modello “zero anticipi”: ci spiega in cosa consiste e quali vantaggi offre alle imprese?
Il recupero crediti a “success fee” significa che il compenso del professionista o dell’agenzia di recupero crediti è legato al risultato ottenuto, ovvero al recupero effettivo del credito. In pratica, si paga solo se si recupera il denaro, e l’importo del compenso è una percentuale di quanto recuperato.
Come funziona:
- Nessun costo anticipato: Non ci sono costi iniziali per l’attivazione della pratica o per le spese legali, a meno che non sia diversamente concordato.
- Compenso a percentuale: Il compenso è una percentuale dell’importo recuperato, stabilita in anticipo con un accordo scritto.
- Vantaggio per il creditore: Il creditore non corre il rischio di pagare spese se il recupero non va a buon fine. Vantaggio per il professionista/agenzia: Il professionista/agenzia è incentivato a ottenere il massimo recupero possibile, in quanto il suo compenso dipende dal successo dell’operazione
Come cambia l’approccio nella gestione dei crediti tra una piccola impresa artigiana e una grande azienda strutturata?
Il recupero crediti per le PMI e le grandi imprese presenta approcci differenti, principalmente legati alla diversa capacità di sostenere costi e rischi legati alle procedure legali, oltre che alla diversa entità e natura dei crediti stessi. Le PMI, spesso con risorse limitate, tendono a privilegiare soluzioni stragiudiziali e procedure semplificate, mentre le grandi imprese, con maggiori risorse, possono permettersi di affrontare azioni legali più complesse e costose. Oltre ciò è facile trovare nelle grandi imprese polizze assicurative sui crediti (cioè polizze che coprono il mancato incasso di contratti/fatture), cosa invece assai difficile (quasi impossibile) da trovare su pmi, questo per l’elevato costo della polizza ma anche per una non adeguata cultura imprenditoriale sulla gestione del rischio.
Nell’immaginario comune, il recupero crediti è spesso associato a pratiche aggressive. Come lavorate voi per coniugare efficacia e rispetto del rapporto commerciale?
In recupero crediti, la differenza tra un approccio “soft” e uno “aggressivo” risiede nelle modalità con cui il creditore cerca di ottenere il pagamento del debito. Il recupero crediti soft si concentra su metodi amichevoli e negoziali, mentre quello aggressivo può includere azioni legali e pressioni psicologiche.
CSI gestendo principalmente portafogli npl proprietari conosce ed utilizza tutti i metodi, a seconda dei casi, la differenza nel recupero crediti commerciali è anche il rapporto che si vuole mantenere tra le parti, molte volte il recupero soft non funziona ma si usa per mantenere buoni i rapporti, se il creditore invece vuole riscuotere indipendentemente dal proseguo dei rapporti commerciali allora ci si può spingere su azioni piu “lesive” per controparte ma più efficaci per il creditore.
Qual è il tempo medio oltre il quale un credito diventa statisticamente difficile da recuperare? E come agire prima che sia troppo tardi?
In Italia, il recupero di un credito diventa difficile dopo 10 anni, termine oltre il quale scatta la prescrizione del diritto. Tuttavia, per alcuni tipi di crediti, come quelli derivanti da prestazioni professionali, il termine di prescrizione è di 3 anni.
Detto ciò in credit service oltre il 70% dei crediti commerciali affidati da terzi vengono recuperati in 90 giorni, il restante 30% in periodi compresi tra 6 e 24 mesi per i più complessi.
Nel vostro lavoro, quanto conta la componente tecnologica? Esistono strumenti digitali che facilitano il monitoraggio e l’azione sui crediti?
Sì, esistono numerosi strumenti digitali che possono facilitare il recupero crediti, automatizzando processi, migliorando la comunicazione con i debitori e ottimizzando la gestione complessiva del processo. Questi strumenti spaziano da piattaforme self-service per i clienti a software avanzati per l’analisi predittiva e la gestione dei dati. Inoltre è fondamentale la tecnologia per le indagini patrimoniali verso i debitori.
Esiste una correlazione tra ritardi nei pagamenti e congiuntura economica? E in che modo il clima economico attuale sta influenzando i flussi di incasso?
In periodi di crisi economica, è comune osservare un aumento dei ritardi nei pagamenti tra aziende e, in generale, tra imprese e pubblica amministrazione. Questo fenomeno è spesso correlato a una diminuzione della liquidità e della capacità di spesa delle aziende, che a loro volta possono essere influenzate da fattori come l’aumento dei tassi di interesse, l’inflazione e la riduzione della domanda interna ed estera.
La correlazione tra ritardi nei pagamenti e congiuntura economica è abbastanza diretta
Il clima economico attuale in Italia è caratterizzato da una crescita lenta e incerta, con un aumento dei tempi di incasso dei crediti per le imprese. Questo allungamento dei tempi di pagamento, insieme alla diminuzione della redditività, sta mettendo a dura prova la liquidità delle aziende.
Avete riscontrato un aumento delle richieste da parte delle aziende nel post-Covid o con l’impennata dei tassi d’interesse?
Assolutamente si, crediamo cresca ancora perche con le grandi garanzie statali derivate e i molti mutui erogati a tassi comunque altissimi le imprese oggi si stanno accorgendo che la crescita che ne sarebbe dovuta derivare sta tardando e le difficoltà finanziarie avanzano per le pmi
Cosa consiglia a un imprenditore che ha paura di “rovinare il rapporto con il cliente” agendo sul recupero crediti? Come si protegge l’attività senza compromettere la relazione commerciale?
È una situazione delicata, ma recuperare un credito non deve per forza rovinare un rapporto. Si può provare a comunicare apertamente con il debitore, magari trovando un accordo per il pagamento rateale o una dilazione. Se il dialogo non porta a risultati, si può valutare un recupero crediti stragiudiziale, cercando di evitare azioni legali che potrebbero danneggiare il rapporto.
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