Giustizia civile, trend positivo: a Sondrio un calo del 12,3%


Lo studio e le riforme Confermati i dati emersi nel novembre 2024. Bene anche Lecco (-9,8%). In Italia i procedimenti sono scesi del 13,3% tra il 2021 e lo scorso anno, ma non è così ovunque

Nella seduta del Consiglio giudiziario, tenutasi nel Tribunale di Sondrio lo scorso 19 novembre, il presidente della Corte d’Appello di Milano, Giuseppe Ondei, aveva illustrato alcuni dati incoraggianti relativamente al settore civile con «l’ufficio che registra un miglioramento con la riduzione delle pendenze (-27%), mentre aumenta l’indice di smaltimento (+6%)».

In Italia, tra il 2021 e il 2024 i procedimenti civili pendenti nei Tribunali ordinari sono diminuiti del 13,3%, passando da oltre 1,36 milioni a circa 1,18 milioni. Un trend positivo che coinvolge anche il territorio lombardo e, in particolare, le province di Lecco e Sondrio, che hanno visto una riduzione rispettivamente, del 9,8% e del 12,3%.

I dati emergono da un’analisi condotta dall’Associazione italiana avvocati d’impresa, presieduta dall’avvocato Antonello Martinez. Nel dettaglio, il Tribunale ordinario di Lecco è passato da 2.640 casi pendenti nel 2021 a 2.382 nel 2024, mentre in quello del capoluogo valtellinese si è scesi da 1.695 a 1.486. Due risultati che sembrerebbero confermare l’efficacia, seppur parziale, delle misure di riforma introdotte anche attraverso il Pnrr, ma che nel contempo mettono in luce la necessità di continuare con interventi strutturali per omogeneizzare i tempi della giustizia su tutto il territorio nazionale.

«I dati mostrano una tendenza generale alla riduzione dei procedimenti civili pendenti nei Tribunali ordinari italiani, in linea con il trend nazionale dell’ultimo decennio – sottolinea Martinez -. Questo andamento riflette gli sforzi messi in campo per migliorare l’efficienza del sistema. Tuttavia, le differenze tra i singoli tribunali indicano la necessità di interventi mirati per garantire uniformità territoriale».

La Lombardia si conferma tra le regioni più brillanti, con una riduzione complessiva del 5,2% dei procedimenti civili pendenti nei tribunali (da 115.543 nel 2021 a 109.484 nel 2024). In evidenza anche le due Corti d’Appello della regione: quella di Milano ha segnato un calo del 29,3%, quella di Brescia del 25,9%. Eppure non mancano le eccezioni: il Tribunale ordinario di Brescia, ad esempio, ha registrato un incremento del 16,8%, uno dei pochi casi in controtendenza in Lombardia.I risultati più significativi si registrano nei Palazzi di giustizia di Lodi (-42,9%), Varese (-34,8%) e Monza (-13,9%). Milano, sebbene al terzo posto nazionale per carico di cause civili, ha ridotto solo dell’1,5% i procedimenti pendenti (da 48.093 a 47.363).

In questo contesto, il dato di Lecco e Sondrio assume un valore particolarmente di rilievo: pur trattandosi di tribunali medio-piccoli, ambedue hanno contribuito a consolidare il trend positivo della giustizia civile lombarda.Nel resto d’Italia, la situazione è più disomogenea. Se la maggior parte dei 140 tribunali ha registrato una riduzione, alcuni distretti hanno visto una forte impennata dell’arretrato: Venezia (+159%), Trieste (+73,7%) e L’Aquila (+48,5%) sono i casi più emblematici. All’opposto, cali oltre il 40% si registrano a Palmi, Arezzo, Barcellona Pozzo di Gotto, Lodi, Rovigo, Foggia e Larino.

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Le Corti d’Appello, nel complesso, mostrano una situazione più stabile. Solo 5 sedi su 29 hanno evidenziato un aumento. A Trento l’indice più elevato (+26%), seguito da Torino (+6,8%) e Campobasso (+6,6%). Anche qui, Roma resta la Corte con il numero più alto di procedimenti pendenti (31.580), nonostante un calo del 27,3%. «La riduzione complessiva dei procedimenti civili rappresenta un segnale incoraggiante che merita di essere consolidato – rimarca Martinez -. Ma i grandi distretti continuano a sostenere un carico rilevante, segno che restano criticità da affrontare. È essenziale proseguire con investimenti mirati, affinché i miglioramenti non restino isolati. In un Paese dove la giustizia civile incide direttamente sulla fiducia e sulla competitività del sistema economico, garantire un accesso uniforme e tempestivo è una priorità strategica».

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