“Ferrara diventi retroporto di Ravenna”


Nei giorni scorsi, i rappresentanti delle associazioni riunite nel Tavolo Provinciale dell’Imprenditoria, unitamente alle autorità e istituzioni locali, hanno incontrato il vice presidente della Regione Vincenzo Colla per un confronto sulla attuale situazione economica e sulle prospettive per il territorio regionale e ferrarese in particolare. A fare gli onori di casa, in una sala conferenze della Camera di Commercio di Ferrara Ravenna che ha registrato la presenza di autorità e dirigenti delle principali categorie economiche della nostra provincia, il coordinatore del Tavolo per questo semestre, Federico Fugaroli, presidente provinciale di Coldiretti. Dopo i saluti istituzionali, le categorie hanno fatto il punto sul difficile momento storico che imprese e cittadini stanno vivendo in conseguenza di scenari mondiali inediti, che incidono pesantemente nella vita di persone e aziende. In particolare sono stati posti all’attenzione i temi del costo delle materie prime, dello stato delle infrastrutture, della ZLS, dell’incertezza sui dazi Usa, dell’andamento demografico e delle politiche per le persone, dalla sanità al welfare, dalle politiche abitative alla formazione e ai trasporti. Colla, in forza anche delle deleghe allo sviluppo economico e green economy, energia, formazione professionale, università e ricerca, relazioni internazionali, ha posto particolare accento sulle questioni legate all’export – per una regione che è la prima forza nazionale nel valore delle esportazioni -, all’agroalimentare, all’automotive, al medicale, alle industrie meccaniche e ceramiche, al turismo. Una regione che sconta una Ue debole politicamente e che sui temi fondamentali (energia, lavoro, demografia, difesa, sviluppo economico) pare “smarrita”. Colla ha ribadito il valore della “coesione territoriale” e delle politiche che hanno sin qui caratterizzato l’Emilia-Romagna, pur introducendo alcuni temi di prospettiva sui quali concentrarsi per tentare di non perdere posizioni o per agganciare opportunità. In primis il fattore strutturale: dalla Cispadana al porto di Ravenna passando per le ZLS, fino alla necessità di puntare in modo selettivo all’utilizzo di risorse sia europee che locali nei settori agricolo ed industriale. Quindi una sorta di percorso condiviso per individuare quali linee possano essere premiate con risorse dedicate, anziché con i tradizionali bandi, comprese politiche demografiche ed abitative che possano favorire la permanenza di lavoratori e di profili di alta professionalità, in un territorio che può essere il “retroporto di Ravenna” con disponibilità di siti e strutture funzionali al collegamento con i territori del nord Italia e i corridoi europei, lavorando a “progetti di reindustrializzazione” verso nuovi prodotti del ciclo di recupero delle plastiche, piuttosto che di scelte mirate al sostegno della produzione agricola e del reddito di imprese e lavoratori. Quindi un “no” deciso al fondo unico europeo, disponibilità ad ulteriori confronti per la crescita del territorio ferrarese e la necessità di rafforzare l’idea di un’Europa diversa da quella che oggi si mostra come tecnocrazia insensibile.

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