L’indagine condotta nelle ultime settimane dai tecnici di CNA Castelfranco Veneto sulla pressione fiscale per le piccole e medie imprese nell’area della castellana evidenzia una situazione preoccupante: il valore medio della pressione fiscale per l’anno 2025 si attesta al 54,50%.
Il valore include le aliquote tradizionali IRPEF, che possono variare tra il 23/35%, l’Irap al 3,9% ed il costo dei contributi previdenziali INPS, mediamente al 24-25% per gli artigiani. A tutto ciò si sommano anche le tasse regionali e comunali. Questa stima include anche costi, imposte e IVA non detraibili per effetto delle normative fiscali. In sostanza, un artigiano deve pagare delle tasse anche su dei costi che sono stati sostenuti e pagati, ma che per il Testo Unico sulle Imposte dei Redditi o per la Legge Iva non sono deducibili. Tra l’altro ieri, 18 luglio, CNA Castelfranco Veneto ha festeggiato il Tax Free Day, il giorno dell’anno in cui un artigiano termina di lavorare solamente per pagare le tasse ed inizia finalmente a lavorare per creare reddito, per sé e la propria famiglia.
«CNA rinnova la richiesta di introdurre reali ed efficaci semplificazioni burocratiche nella vita delle imprese, nell’ambito di una seria e concreta politica di riordino del sistema tributario italiano che contempli un consistente abbassamento delle tasse – dichiara Leonardo Grandesso, presidente di CNA Castelfranco Veneto -. Vanno aboliti tutti questi dispositivi complessi che appesantiscono la vita quotidiana di una piccola azienda: split payment, reverse charge, ritenute sui bonifici delle detrazioni fiscali. Necessario l’innalzamento a 50.000 euro del limite per il visto di conformità sui crediti IVA, l’abolizione delle LIPE, ovvero le Liquidazioni Periodiche IVA, e le ritenute d’acconto. Necessario il riconoscimento di crediti d’imposta sugli investimenti di beni strumentali ed anche importanti agevolazioni per le assunzioni. Con l’introduzione dell’obbligo della fattura elettronica, si attendeva un alleggerimento degli adempimenti in capo alle imprese e ai professionisti, ma gli adempimenti fiscali sono invece aumentati: esterometro, dichiarazioni iva trimestrali, Intrastat, Reverse Charge, richieste di autocertificazione degli aiuti di stato, compilazione di moduli RS, RQ, RU, per comunicare dati e notizie che sono già in possesso della Agenzia Entrate. Tutti questi adempimenti sono soggetti a sanzioni fiscali. Le imprese sono inoltre costrette a sostenere costi per adempimenti ridondanti, come il visto di conformità, necessari per avere la disponibilità dei propri crediti fiscali. Eliminare adempimenti significa far risparmiare tempo e risorse alle imprese e di conseguenza stimolare crescita, investimenti ed occupazione».
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