BONUS EDILIZI PER OLTRE UN MILIONE: DENUNCE E RESTITUZIONE DELLE SOMME


Una complessa indagine della Guardia di Finanza di Macerata ha portato alla scoperta di un sistema illecito legato ai bonus edilizi, con la creazione e cessione indebita di crediti di imposta per oltre 1,4 milioni di euro. L’operazione ha coinvolto un gruppo familiare con sede nella zona di Civitanova e diverse società riconducibili a tale gruppo.

Secondo quanto ricostruito dai finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria, guidati dal tenente colonnello Francesco Mirarchi, tre società di costruzioni e un’ulteriore società formalmente attiva nella gestione di parcheggi e autorimesse, ma di fatto non operativa, avrebbero generato crediti d’imposta non spettanti, sfruttando il Sisma bonus acquisti e il Sisma bonus ordinario.

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Le imprese avrebbero costruito appartamenti e garage e, invece di vendere i box direttamente agli acquirenti delle abitazioni, li avrebbero ceduti alla società delle autorimesse, simulando così un’operazione che consentiva di ottenere indebitamente il credito fiscale. I garage, successivamente, venivano affittati ai familiari degli acquirenti degli appartamenti, per aggirare le restrizioni normative.

L’importo complessivo dei crediti edilizi non spettanti ammonta a oltre 1,1 milioni di euro. Parte di questi crediti era già stata compensata attraverso lo “sconto in fattura” applicato dalle imprese costruttrici.

Dall’analisi della documentazione tecnica, i finanzieri hanno inoltre riscontrato che su un cantiere i tecnici incaricati avrebbero dichiarato una falsa data di fine lavori strutturali, consentendo così agli acquirenti di beneficiare del Sisma bonus acquisti al 110% invece che all’85%. In questo modo sarebbero stati generati crediti indebiti per ulteriori 360mila euro.

A conclusione dell’indagine sono stati denunciati due imprenditori, rappresentanti legali delle società coinvolte, per l’ipotesi di reato di indebita compensazione, e due tecnici per le presunte false asseverazioni. Le società hanno accettato le risultanze dell’inchiesta e, con la procedura del ravvedimento operoso, hanno restituito all’Erario oltre 1,4 milioni di euro, comprensivi di sanzioni e interessi, estinguendo così il reato.

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