La raccolta bancaria
Dal bollettino emerge anche che il tasso praticato sui nuovi depositi a durata prestabilita (cioè certificati di deposito e depositi vincolati) a giugno 2025 è stato il 2,08%. A maggio questo tasso era in Italia superiore a quello medio dell’area dell’euro (Italia 2,17%; area dell’euro 2,00%). Rispetto a giugno 2022, (ultimo mese prima dei rialzi dei tassi della banca centrale europea) quando il tasso era dello 0,29%, l’incremento è stato di 179 punti base. Per quanto riguarda invece il rendimento delle nuove emissioni di obbligazioni bancarie a tasso fisso emerge che a giugno 2025 il valore si è attestato al 3,24%, con un incremento di 193 punti base rispetto a giugno 2022 quando era l’1,31%.
Tasso di interesse su depositi e coni correnti
A giugno 2025 il tasso medio sul totale dei depositi (certificati di deposito, depositi a risparmio e conti correnti), è stato lo 0,66% (0,70% nel mese precedente; 0,32% a giugno 2022). Mentre quello sul conto corrente, che non ha la funzione di investimento e permette di utilizzare una moltitudine di servizi, a giugno 2025 era lo 0,30% (0,32% nel mese precedente; 0,02% a giugno 2022)
La raccolta da clientela
Cresce a a 104,5 miliardi la raccolta indiretta, cioè gli investimenti in titoli custoditi presso le banche, presenta un incremento di 104,5 miliardi tra maggio 2024 e maggio 2025 (9,9 miliardi famiglie, 16 miliardi imprese e il restante agli altri settori, imprese finanziarie, assicurazioni, pubblica amministrazione). La raccolta diretta complessiva (depositi da clientela residente e obbligazioni) a giugno 2025 è risultata in aumento dell’1,0% su base annua, proseguendo la dinamica positiva registrata da inizio 2024 (+3,2% nel mese precedente). A giugno 2025 i depositi, nelle varie forme, sono cresciuti dell’1,0% su base annua (+3,8% il mese precedente). Cresce anche la raccolta a medio e lungo termine, tramite obbligazioni, che sempre a giugno 2025 è aumentata dello 0,9% rispetto ad un anno prima (-0,9% nel mese precedente).
I crediti deteriorati
Leggera diminuzione delle sofferenze bancarie, A maggio 2025, scrive l’Abi, i crediti deteriorati netti (cioè l’insieme delle sofferenze, inadempienze probabili ed esposizioni scadute e/o sconfinanti calcolato al netto delle svalutazioni e degli accantonamenti già effettuati dalle banche) sono leggermente diminuiti a 31,2 miliardi di euro, da 31,3 miliardi di dicembre 2024 (30,5 miliardi a dicembre 2023). Rispetto al loro livello massimo, 196,3 miliardi raggiunti nel 2015, sono in calo di oltre 165 miliardi. Sempre a maggio 2025 i crediti deteriorati netti rappresentavano l’1,50% dei crediti totali. Un rapporto, come detto, che è lievemente inferiore rispetto a dicembre 2024 (1,51%; 1,41% a dicembre 2023; 9,8% a dicembre 2015).
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