Imprese e fisco: bilancio provvisorio di una riforma da completare


Il convegno promosso da Assolombarda e Assonime con il Vice Ministro Leo e l’Agenzia delle Entrate accende il confronto sullo stato di attuazione della delega fiscale

 

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Lo scorso 7 luglio si è tenuto a Milano, presso la sede di Assolombarda, un importante convegno organizzato in collaborazione con Assonime dal titolo “La riforma fiscale e le imprese: un primo bilancio”. L’evento ha rappresentato un’occasione di confronto tra imprese, istituzioni e amministrazione finanziaria sullo stato di attuazione della riforma fiscale.

Il programma dei lavori, aperto dagli interventi istituzionali di Alvise Biffi (Presidente di Assolombarda), Stefano Firpo (Direttore Generale di Assonime) e del Vice Ministro dell’Economia e delle Finanze, Maurizio Leo, ha offerto una attenta riflessione sugli effetti concreti delle misure adottate, con particolare attenzione alle ricadute sul sistema produttivo.

 

Un cambio di paradigma, ma il giudizio resta interlocutorio

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

Il Vice Ministro Leo, in apertura del convegno, ha illustrato i principali decreti legislativi attuativi della riforma, sottolineando il cambio di paradigma verso un fisco più equo, moderno e collaborativo. Tra i pilastri evidenziati: il rafforzamento dello Statuto del contribuente, la revisione del sistema sanzionatorio, l’adeguamento della fiscalità internazionale agli standard OCSE e il potenziamento dell’adempimento collaborativo.

Tuttavia, dal confronto con le imprese è emerso un giudizio ancora interlocutorio sullo stato di attuazione della riforma.

La Legge delega ha, infatti, delineato una riforma ambiziosa, capace di rafforzare strutturalmente la competitività del sistema produttivo. Ma ad oltre un anno dall’approvazione del primo modulo attuativo, tale obiettivo risulta solo parzialmente raggiunto.

 

L’eliminazione dell’ACE e misure transitorie sotto osservazione

Un esempio emblematico è la cancellazione permanente dell’ACE – l’Aiuto alla Crescita Economica – che ha generato un recupero di gettito per lo Stato pari a 4,8 miliardi nel 2025 e 2,8 miliardi a regime.

Si trattava di una misura che premiava il rafforzamento patrimoniale delle imprese, che non è stata sostituita da un vero equivalente strutturale.

Al suo posto sono state, infatti, introdotte due nuove misure transitorie:

Dilazioni debiti fiscali

Assistenza fiscale

 

  • la super deduzione dei costi per le nuove assunzioni, inizialmente introdotta per il solo 2024 e prorogata per il triennio 2025-2027;
  • e la nuova IRES premiale, con aliquota ridotta dal 24% al 20% per le società che accantonano una quota dell’utile ed investono in beni qualificati ed in nuove assunzioni.

Ma la loro portata, sia finanziaria che operativa, appare fortemente ridimensionata rispetto agli obiettivi della Legge Delega.

Per quanto riguarda la super deduzione, l’agevolazione si traduce in un risparmio IRES pari al 4,8% del costo riferibile all’incremento occupazionale, con una copertura stimata, per il 2025, in circa 1,3 miliardi di euro; troppo poco per incidere realmente sulle scelte occupazionali delle imprese, anche in considerazione delle complessità di calcolo del beneficio.

Anche la nuova IRES premiale si discosta dai principi della legge delega, a cominciare dalla sua natura transitoria, applicabile per il solo 2025.

La misura agevolativa – per la quale manca ancora il tanto atteso decreto attuativo, previsto come obbligatorio dalla norma istitutiva – ha una dotazione di appena 320 milioni di euro e presenta, anche questa, vincoli molto stringenti.

Proprio le numerose condizioni di accesso restringono fortemente la platea dei soggetti beneficiari: come riportato nella Relazione tecnica alla Legge di bilancio 2025 le realtà potenzialmente interessate sono circa 18.000 (su 824.000 società di capitali, pari a circa il 2,2%).

 

La proposta di Assolombarda per la patrimonializzazione delle imprese

Dilazione debiti

Saldo e stralcio

 

La proposta di Assolombarda,  avanzata già nel 2018 nel Libro Bianco “Fisco, imprese e crescita”, è più semplice e diretta: spostare l’onere fiscale dalla produzione alla distribuzione del reddito, per incentivare il reinvestimento dei profitti in crescita, ricerca, innovazione e capitale umano.

La proposta, in particolare, articola la tassazione del reddito d’impresa in due fasi:

  • al momento della produzione, con una aliquota sul reddito d’impresa nell’ordine dei 2/3 dell’attuale aliquota (17%);
  • e al momento della distribuzione, con un’imposta pari ad 1/3 dell’attuale aliquota (restante 7%).

Una soluzione pensata per favorire la patrimonializzazione delle imprese e sostenere la crescita, senza pregiudicare la tenuta delle finanze pubbliche. Resta l’auspicio che la proposta venga recepita, come valida alternativa strutturale all’abolizione dell’ACE.

 

Un saldo negativo per le imprese

Il quadro che emerge, sul piano fiscale, è penalizzante per il tessuto produttivo.

Contabilità

Buste paga

 

Per il solo 2025, a fronte di un aumento del carico fiscale di circa 4,8 miliardi di euro dovuto dall’abolizione dell’ACE, le nuove misure generano un beneficio stimato inferiore a 1,5 miliardi di euro. A ciò vanno aggiunte considerazioni più ampie sull’attuale impianto normativo, che introduce misure temporanee per compensare l’abrogazione di misure strutturali.

Questo saldo negativo, che pesa interamente sulle imprese, va colmato. Non si tratta solo di una questione di equità, ma di una scelta strategica di politica industriale.

Anche sul fronte degli investimenti produttivi, il quadro resta problematico.

Il Piano Industria 4.0, che ha sostenuto in modo decisivo la trasformazione digitale delle imprese italiane, è stato fortemente ridimensionato. Le risorse per il credito d’imposta relativo agli investimenti effettuati nel 2025 – circa 2,2 miliardi di euro – sono già esaurite, e il meccanismo di prenotazione rischia di escludere soprattutto le PMI, che hanno meno capacità amministrativa.

Il nuovo Piano Transizione 5.0, finanziato con 6,3 miliardi di euro del PNRR, è ambizioso e va nella giusta direzione. Ma i dati sono deludenti:

  • solo una quota limitata delle risorse risulta ad oggi effettivamente impegnata (circa 1,3 miliardi);
  • poche migliaia di imprese hanno completato la procedura presso il GSE;
  • e le stime parlano di meno di 15.000 imprese che potenzialmente potrebbero beneficiarne, a fronte di oltre 4 milioni di imprese attive in Italia.

Le cause sono note: procedure troppo complesse, oneri certificativi elevati, tempistiche troppo ravvicinate. Serve un cambio di passo. Solo così è possibile garantire che la transizione digitale ed ecologica non sia un’opportunità per pochi, ma un volano di crescita per l’intero sistema produttivo.

 

Assistenza per i sovraindebitati

Saldo e stralcio

 

Cooperative compliance: un segnale positivo da consolidare

In questo scenario complesso, le imprese hanno accolto con favore l’estensione del regime di adempimento collaborativo e l’adozione volontaria del sistema di controllo del rischio fiscale per le PMI.

In particolare, l’ampliamento della platea dei contribuenti ammissibili, l’introduzione di nuovi benefici premiali e l’esclusione dalle sanzioni penali rafforzano l’attrattività dell’istituto e rappresentano un grande passo in avanti, soprattutto culturale: un modello fondato sulla trasparenza, sulla gestione preventiva del rischio fiscale e sulla fiducia reciproca.

 

Conclusioni: una riforma da completare, con coraggio e visione

Il percorso di attuazione della riforma fiscale è tutt’altro che concluso. Restano all’orizzonte passaggi cruciali, come la riforma dell’IVA e il superamento progressivo dell’IRAP, che richiederanno scelte complesse e un’attenta valutazione degli equilibri tra sostenibilità della finanza pubblica e stimolo alla crescita.

Il cantiere è aperto e il tempo delle decisioni è adesso. Serve visione e serve soprattutto la consapevolezza che la leva fiscale può – e deve – diventare un motore per lo sviluppo economico, la crescita e l’innovazione.

Finanziamo agevolati

Contributi per le imprese

 

Abbiamo davanti un’occasione storica. Facciamo in modo che non vada sprecata.



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