Revisione metà mandato fondi 2021-2027


Cinque nuove priorità, tra cui le spese per la difesa: nell’accordo tra Parlamento e Consiglio spazio a nuove risorse anche per alloggi, idrico, competitività e transizione energetica. Esultano Fitto e FdI con Nesci, critiche dai Cinque Stelle

Cambia il volto della politica di coesione 2021-2027 dell’Unione europea. Dopo settimane di polemiche e confronti accesi, è arrivata l’intesa politica tra Parlamento europeo e Consiglio Ue sulla revisione intermedia della principale politica di investimento comunitaria, che da qui al 2027 mobiliterà oltre 392 miliardi di euro.

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A guidare i negoziati, conclusi con un accordo in un solo round di confronto formale, è stata la presidenza danese del Consiglio. Ma la regia politica porta la firma del commissario europeo Raffaele Fitto, titolare della delega alla Coesione, che ha introdotto nel pacchetto cinque nuove priorità strategiche: difesa, resilienza idrica, alloggi, transizione verde e competitività.

Difesa e infrastrutture militari nella nuova programmazione volontaria

La revisione non impone modifiche obbligatorie ma introduce la possibilità, su base volontaria, per gli Stati membri di riprogrammare parte dei fondi strutturali orientandoli verso queste nuove direttrici. Un cambio di rotta che nasce dalla necessità di adattare la strategia europea al “mondo che è cambiato improvvisamente”, come affermato in sede comunitaria, tra guerra in Ucraina, crisi climatica e nuove esigenze economiche. Particolarmente delicato l’inserimento del settore della difesa tra le voci di spesa ammissibili: nel testo si prevede che anche le infrastrutture a duplice uso, ovvero quelle che possono servire sia fini civili che militari, possano ottenere finanziamenti prioritari, così come gli investimenti per la preparazione civile. E’ il caso del Ponte sullo Stretto, che potrebbe finire in questo calderone, insieme ad infrastrutture viarie che possono così entrare nella programmazione “bypassando” i vincoli programmatici.

Cosa cambia per la Calabria: riprogrammare per non perdere risorse

Se da un lato è forte la polemica per l’inserimento delle spese di difesa, dall’altro questa riprogrammazione apre scenari impensabili per una regione come la Calabria, che dovrà essere però pronta a rispondere immediatamente al nuovo scenario. Come abbiamo detto più volte, i livelli di spesa della nuova programmazione regionale sono decisamente sotto ogni scenario (ad eccezion fatta per le spese che riguardano la competitività delle imprese, che hanno quasi esaurito il loro plafond): grazie a questa nuova revisione, l’autorità di gestione calabrese del POR potrà intervenire per riformulare i fondi investendo in infrastrutture idriche strategiche, aumentando le risorse a disposizione sia per sbloccare alcune dighe storicamente ferme che possano combattere la crescente siccità. Si può allargare il plafond delle risorse a disposizione delle imprese, in settori come ad esempio agritech, manifattura e innovazione digitale, così come aggiungere nuove risorse per affrontare la crisi abitativa grazie a strumenti messi appositamente a disposizione di governi e regioni.

La soddisfazione di Fitto: “La revisione risponde alle sfide reali dei territori”

“Questo regolamento – ha dichiarato il commissario Raffaele Fitto subito dopo l’approvazione – è la prima misura concreta che ho promosso per rinnovare la politica di coesione che cosi è piu moderna, incisiva e in grado di rispondere alle sfide reali dei territori”.

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“Questo è un accordo storico sul regolamento che modernizza la politica di coesione. Nell’ambito della revisione di medio termine Stati e regioni potranno investire le risorse della programmazione in corso in progetti su casa, difesa, transizione energetica, acqua, competitività, in base alle proprie priorità strategiche”.

Nesci e Ventola (FdI): “Regole più snelle per sbloccare risorse”

“La Politica di Coesione deve tornare a essere un vero motore di sviluppo per i nostri territori,” dichiarano congiuntamente gli eurodeputati Denis Nesci e Francesco Ventola, esprimendo piena soddisfazione per l’intesa raggiunta. “Abbiamo lavorato nell’interesse dei cittadini e delle amministrazioni locali, che potranno ora contare su regole più snelle e risorse più facilmente attivabili”.

La proposta, avanzata dal vicepresidente esecutivo della Commissione Europea Raffaele Fitto, introduce un necessario aggiornamento normativo, considerando che l’attuale programmazione — definita tra il 2019 e il 2021 — risulta oggi superata da un contesto geopolitico ed economico profondamente mutato.

Nonostante alcuni gruppi politici avessero dubbi sulla procedura d’urgenza, abbiamo dimostrato che era l’unica strada per garantire ai territori risposte rapide e strumenti concreti per affrontare le nuove sfide. Abbiamo lavorato per migliorare la proposta e renderla davvero utile per le comunità locali,” concludono Nesci e Ventola.

Palmisano (M5S): “Alla difesa risorse che verranno tolte a sanità pubblica e imprese”

“L’accordo notturno tra Consiglio e Parlamento europeo sulla revisione della politica di coesione rappresenta un autogol strategico per l’Italia e le Regioni del Meridione“. Lo afferma in una nota Valentina Palmisano, europarlamentare del Movimento 5 stelle. “L’inserimento della difesa tra le cinque nuove sfide strategiche drenerà inevitabilmente risorse vitali da sanità, sociale e sostegno alle piccole e medie imprese, dirottandole verso il comparto della difesa e le grandi lobby delle armi. Questo testo – sottolinea l’europarlamentare – è inaccettabile e dovrebbe essere rigettato in plenaria a Strasburgo a settembre”.

“Sarà in quell’occasione che si paleserà chi sostiene l’Italia e chi invece le volterà le spalle in favore del riarmo europeo. Finora, chi si è riempito la bocca di retorica sulla difesa del Sud e di un’Italia forte in Europa ha poi sistematicamente avallato autentici voltafaccia come la programmazione centralizzata e il dirottamento di fondi vitali verso la difesa. A settembre – conclude Valentina Palmisano – la verità verrà a galla con i voti nelle sedi istituzionali”



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