Autoimpiego Centro Nord e Resto al Sud 2.0: requisiti, domande







Sarà un decreto direttoriale a definire la data di apertura dei termini per la presentazione delle domande di agevolazione e il termine ultimo per la presentazione delle domande di erogazione a saldo nonché gli schemi di domanda per l’accesso alle agevolazioni, per la richiesta di erogazione in stato di avanzamento lavori e per la richiesta a saldo e la documentazione da allegare ai suddetti schemi.

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È quanto prevede il decreto adottato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali di concerto con il Ministero per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR e il Ministero dell’Economia e delle Finanze del 9 luglio 2025, il cui testo è stato pubblicato sul sito del Dipartimento per il programma di Governo.

Come anticipato, gli interventi agevolativi a cui si dà attuazione sono due. Si tratta dell’Autoimpiego Centro Nord Italia e di Resto al Sud 2.0, previsti dagli articoli 17  e 18 del decreto Coesione (D.L. n. 60/2024, convertito con modificazioni dalla legge 4 luglio 2024, n. 95).

Il corpus normativo del decreto attuativo si compone di un set di norme generali e comuni, corredate da disposizioni specifiche per ciascuna misura.

Soggetti beneficiari

Possono accedere alle agevolazioni i giovani di età compresa tra i 18 anni già compiuti e i 35 anni non ancora compiuti, in possesso di almeno uno dei requisiti:

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  • siano inoccupati, disoccupati o inattivi;
  • siano disoccupati GOL (vale a dire giovani destinatari delle misure GOL, per i quali sono stati individuati percorsi di accompagnamento al lavoro, di aggiornamento o riqualificazione professionale a partire dai risultati della profilazione quali-quantitativa rilevati dai centri per l’impiego).

In tutti i casi, tra i beneficiari sono inclusi anche coloro che si trovano in condizione di marginalità, di vulnerabilità sociale o di discriminazione, così come definita dal PN GDL.

Per accedere alle agevolazioni, i soggetti interessati devono allegare alla domanda una DSAN (Dichiarazione Sostitutiva di Atto Notorio), ai sensi degli artt. 46 e 47 del D.P.R. 445/2000, attestante la propria condizione.

Dotazione finanziaria complessiva e ripartizione tra agevolazioni

Gli interventi agevolativi sono finanziati per un importo totale di 800 milioni di euro, di cui 100 milioni di euro sono risorse del PNRR e i restanti 700 milioni di euro finanziati con risorse FSE+ e ripartiti tra le attività ammissibili.

Gestione dei contributi e coordinamento delle attività di formazione

La gestione delle misure è affidata a due soggetti principali:

  • Invitalia, ovvero l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa S.p.A., incaricata di gestire l’intero processo legato alle domande di incentivo. In particolare, si occupa della selezione delle domande, dell’istruttoria, della concessione e dell’erogazione degli incentivi, oltre a coordinare i servizi di tutoring previsti per i beneficiari.
  • ENM, cioè l’Ente Nazionale per il Microcredito, un ente pubblico non economico, che ha invece il compito di coordinare le attività formative previste dal decreto. Il suo ruolo è fondamentale per accompagnare i beneficiari attraverso percorsi formativi mirati, utili a rafforzare le competenze necessarie per avviare o consolidare un’attività.

Iniziative economiche ammissibili

Le agevolazioni previste dal decreto possono essere richieste per iniziative economiche avviate nel mese precedente alla data di presentazione della domanda, a condizione che tali iniziative risultino ancora inattive al momento della richiesta. In pratica, si intende sostenere chi ha appena avviato un progetto economico, ma non l’ha ancora reso operativo.

Le attività finanziabili devono rientrare in una delle seguenti categorie:

  • lavoro autonomo, con apertura di partita IVA;
  • impresa individuale, regolarmente iscritta al Registro delle Imprese;
  • impresa in forma societaria, sempre iscritta al Registro delle Imprese, con le seguenti forme giuridiche società in nome collettivo (S.n.c.), società in accomandita semplice (S.a.s.), società a responsabilità limitata (S.r.l.), società cooperativa;
  • attività libero-professionali, anche svolte tramite società tra professionisti.

È fondamentale che il beneficiario, alla data di avvio dell’attività, sia in possesso di almeno uno dei requisiti previsti dall’articolo 5 (ad es. inoccupazione, disoccupazione, condizione di vulnerabilità, ecc.).

In caso di società, sono ammessi alle agevolazioni anche soggetti non beneficiari, a patto che il controllo e l’amministrazione della società (al momento dell’iscrizione e per i successivi 3 anni) restino in mano ai beneficiari effettivi. Infine, per evitare situazioni di vantaggio improprio, non possono accedere alle agevolazioni coloro che siano stati titolari o soci di un’attività con lo stesso codice ATECO (fino alla terza cifra) nei 6 mesi precedenti la domanda, anche se l’attività è stata chiusa.

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Regime di aiuto e settori agevolabili 

Le agevolazioni sono concesse secondo le regole europee sugli aiuti “de minimis”, che stabiliscono limiti precisi ai contributi pubblici concedibili a ciascun soggetto, per garantire una corretta concorrenza.

Misure agevolative previste

Sono previste due misure principali:

  • misura ACN (Centro-Nord), per le iniziative economiche aventi sede operativa nelle Regioni: Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Trentino-Alto Adige, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Umbria, Marche;
  • misura RSUD (Sud e Isole), per le iniziative economiche aventi sede operativa nelle Regioni: Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna.

Contributi a fondo perduto in forma di voucher

Le iniziative economiche possono richiedere un contributo a fondo perduto, in forma di voucher pari al 100% dell’investimento da realizzare nel rispetto dei seguenti massimali:

  • per ACN (Centro-Nord): fino a €30.000, elevabili a €40.000 per beni/servizi tecnologici, digitali o sostenibili;
  • per RSUD (Sud e Isole), fino a €40.000, elevabili a €50.000 per beni/servizi tecnologici, digitali o sostenibili.

Contributi per programmi di investimento

Le iniziative economiche possono chiedere un contributo a fondo perduto per la realizzazione di programmi di investimento organici e funzionali.

Per i programmi di investimento di importo complessivo

  • fino a 120.000, il contributo può essere concesso fino al 65% del programma di investimento ammesso per. misura ACN (Centro-Nord) e fino al 75% per RSUD (Sud e Isole);
  • tra €120.000 e €200.000, il contributo può essere concesso fino al 60% del programma di investimento ammesso per misura ACN (Centro-Nord) e fino al 70% per RSUD (Sud e Isole).

Formazione e accompagnamento

Curata dall’ENM con soggetti esecutori territoriali (SE), include percorsi per lo sviluppo delle competenze imprenditoriali e supporto nella redazione e presentazione delle domande.

La partecipazione è facoltativa, ma dà punteggio premiale nella valutazione.

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Saldo e stralcio

 

Servizi di tutoring

Ogni iniziativa ammessa riceve servizi per un valore totale di €5.000, così suddivisi:

  • €4.000 per tutoring tecnico (a cura di Invitalia);
  • €1.000 per tutoring gestionale (in collaborazione con ENM).

I servizi di tutoring del valore di euro 5.000 sono finalizzati al supporto negli adempimenti, rendicontazione, gestione nonché all’assistenza su marketing, personale, contratti, fornitori, banche, controllo di gestione.

Il loro importo concorre, sommato al contributo, a determinare l’importo complessivo dell’agevolazione.

Sono concessi nell’ambito del Regolamento de minimis.

Domanda di contributo: procedura e valutazione

Le domande vanno presentate online tramite piattaforma Invitalia e firmate digitalmente.

È ammessa una sola domanda per iniziativa.

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La valutazione segue una procedura “a sportello” e analizza Ammissibilità formale; Requisiti di accesso; Merito progettuale (piano d’impresa, competenze, spese).

Il contributo può essere erogato in due fasi:

  • SAL (Stato Avanzamento Lavori) dopo 3 mesi;
  • saldo finale entro 3 mesi dal pagamento dell’ultima spesa ammessa.

Controlli e revoche

Sono previste verifiche documentali e in loco. I contributi possono essere revocati in caso di:

  • falsità documentale;
  • spese non effettuate;
  • trasferimento attività fuori area eleggibile entro 3 anni;
  • liquidazione giudiziale, messa in liquidazione o sottoposizione a procedure concorsuali dell’attività con finalità liquidatorie prima che siano decorsi tre anni dalla data dell’ultimo titolo di spesa ammesso alle agevolazioni;

e laddove non si consentano i controlli di Invitalia o del Ministero del lavoro e delle politiche sociali sull’attività agevolata.



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