La Sicilia che non si rassegna. Se ne parla a Trapani


«Se ci hanno detto che siamo condannati, noi rispondiamo che abbiamo già cominciato a salvarci». Lo scrive Giuseppe Ferro, ventiduenne palermitano e già founder di una start up. Affida il suo messaggio a LinkedIn, dopo essersi trovato nel pubblico della terza tappa di ONDA IN TOUR. Perché – pare – l’entusiasmo di Fondazione Marea, di cui già abbiamo parlato su Tp24, è contagioso.

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ONDA IN TOUR è un viaggio attraverso la Sicilia che non si rassegna. Un viaggio fatto di incontri, parole, ascolto e opportunità, promossa da Fondazione Marea – la rete di oltre 400 professionisti, in maggioranza siciliani, che ha scelto di investire tempo, competenze e risorse per dare vita a un ecosistema di imprese sociali qui sull’isola.

 

Martedì 15 luglio arriverà a Trapani, nello spazio Beehive Valore Sud, per accogliere le idee di chi vuole progettare il futuro del proprio territorio e non ha ancora trovato la rete giusta per farlo. È la settima tappa di un percorso che ha già toccato Catania, Caltanissetta, Palermo, Messina ed Enna. Un’onda – quasi in senso letterale – che da est a ovest ha attraversato anche le aree interne.

L’incontro, gratuito e aperto a tutti, offre un luogo per discutere, proporre idee e progetti, e soprattutto conoscersi. Uno spazio per fare rete e provare a rispondere con progetti concreti ad alcune delle più grandi sfide che la Sicilia affronta ogni giorno. Sfide che Fondazione Marea ha identificato in disuguaglianze, spopolamento, mancanza di opportunità, crisi ambientale e che sono, tra l’altro, gli stessi ambiti su cui verranno selezionate le imprese sociali da sostenere.

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Il programma – messo a punto da Fondazione Marea – si chiama ONDA e offre tre mesi di accompagnamento intensivo, da ottobre a dicembre 2025. Si parla di bootcamp mensili, workshop, masterclass, call con tutor e consulenti a cui è possibile accedere grazie a 2mila euro di pocket money messi a disposizione per ogni team partecipante. Alla fine del percorso, poi, tre progetti riceveranno 10mila euro a fondo perduto per avviare la propria impresa sociale. Ma il valore più grande – raccontano da Fondazione Marea – sta nella trasformazione delle persone, dei gruppi, delle relazioni.

 

«I nostri mentori» ci spiegava già Elena Militello qualche mese fa, in occasione della Fondazione Marea «sono persone di elevata competenza, che hanno già costruito una propria rete di professionisti. Perciò saranno un ottimo supporto per i ragazzi che si avvicinano a noi».

 

Pensa lo stesso Giuseppe Ferro, l’autore del post su LinkedIn con cui si è aperto questo articolo. Raggiunto in chat, infatti, ci ha scritto: «Il progetto su cui sto lavorando [Agora Hub, n.d.r] ha bisogno di stimoli e di persone che, come noi, credono davvero nel nostro territorio. Penso sia questa la cosa fondamentale, che viene prima dei soldi». Anche perché è difficile trovare chi investe nei giovani, e nelle idee dei giovani, in Italia. E in Sicilia ancora di più. «Incontrare chi investe in nuove idee a fondo perduto, senza aspettarsi nulla in cambio, perché crede in un cambiamento e ci stimola a fare lo stesso, può fare un’enorme differenza».

 

Il suo progetto, Agorà Hub, è una piattaforma pensata per aiutare i cittadini dei piccoli comuni – spesso esclusi dalla partecipazione pubblica per via di un sistema burocratico macchinoso – a proporre idee concrete per contribuire alla comunità. Secondo un percorso semplificato a cui si può accedere anche da smartphone.

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Ecco, in sintesi, un esempio chiaro di impresa sociale. Un progetto che nasce non per massimizzare il profitto, ma per generare un impatto diretto e duraturo sulla comunità attraverso strumenti innovativi. «Crediamo molto nelle imprese sociali», ci aveva già spiegato Elena Militello «perché combinano l’interesse pubblico con la capacità di generare profitto. E possono agire in moltissimi ambiti, seguendo logiche di mercato, seppur con un limite sulla distribuzione degli utili».

 

I criteri per partecipare al programma ONDA sono pochi, ma precisi. Servono impatto e utilità sociale, sostenibilità economica, un team motivato e un approccio innovativo. Non si cercano brevetti o tecnologie complesse, ma proposte capaci di rispondere ai problemi reali del territorio – e in particolare quelli che riguardano le fasce più fragili della popolazione.

 

Una volta selezionati, i partecipanti affronteranno un percorso di tre mesi, da ottobre a dicembre. Ogni mese sono previste due giornate in presenza: per valutare bisogni e opportunità, per costruire e testare l’idea e, infine, per pianificare la crescita e l’impatto dell’impresa. Un percorso intenso che sarà arricchito da incontri online con tutor e consulenti — due volte al mese — e da una masterclass mensile di approfondimento. Così Fondazione Marea alterna momenti collettivi e supporto più individuale, e si propone di fornire strumenti concreti a chi vuole trasformare un’intuizione in un progetto strutturato.

 

Per candidarsi al programma ONDA c’è tempo fino al 15 settembre. Possono partecipare gruppi di almeno due persone, di cui la metà residenti in Sicilia.

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La tappa di Trapani, invece, si terrà martedì 15 luglio, dalle 18 alle 20. Ma è necessario iscriversi entro il 14 luglio sul sito di Fondazione Marea (a questo link).

 

Daria Costanzo





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