Anche quest’anno, i recenti dati del nuovo rapporto annuale ISTAT 2025 confermano l’invecchiamento del Paese e stimano un aumento della popolazione ultraottantenne e degli ultranovantenni: questo gruppo demografico aumenterà a oltre 6 milioni entro il 2041. Le proiezioni demografiche del rapporto indicano poi che la popolazione totale dell’Italia diminuirà da circa 59 milioni del 2023 a 58,6 milioni nel 2030, a 54,8 milioni nel 2050 e a 46,1 milioni nel 2080.
In futuro saranno sicuramente necessarie misure efficaci anche per questa fascia della popolazione. Da quest’anno è stata introdotta la Prestazione Universale, un contributo economico pensato per le persone anziane non autosufficienti, che potenzia l’indennità di accompagnamento. Si tratta infatti di una misura sperimentale valida per il biennio 2025-2026, destinata a chi ha almeno 80 anni, si trova in condizioni di bisogno assistenziale gravissimo, percepisce o ha diritto all’indennità di accompagnamento e ha un ISEE sociosanitario non superiore a 6.000 euro.
Questa prestazione è composta da due parti: una quota fissa, pari all’importo dell’indennità di accompagnamento (che per il 2025 è di 542,02 euro mensili), e una quota integrativa, chiamata “assegno di assistenza”, pari a 850 euro al mese. A differenza dell’indennità di accompagnamento, l’assegno di assistenza non è libero, ma deve essere usato esclusivamente per coprire spese relative al lavoro di cura e assistenza, può quindi servire a pagare lavoratori domestici con contratto regolare, oppure per acquistare servizi destinati al lavoro di cura e assistenza e forniti da imprese e professionisti qualificati nel settore dell’assistenza sociale non residenziale.
Per ottenere il pagamento della quota integrativa è necessario presentare all’INPS una puntuale rendicontazione delle spese sostenute. Se si tratta di lavoro domestico, è necessario allegare il contratto firmato e le buste paga controfirmate dal lavoratore. Se invece le spese riguardano servizi di assistenza acquistati, occorre presentare le fatture elettroniche e la prova del pagamento. Inoltre, va dichiarato che queste spese non sono state già rimborsate da altri enti pubblici.
La documentazione deve essere inviata entro termini precisi. La prima rendicontazione va trasmessa entro trenta giorni dall’accoglimento della domanda per poter ricevere eventuali arretrati. Le successive scadenze trimestrali sono fissate al 10 luglio per il periodo aprile-giugno, al 10 ottobre per luglio-settembre, al 10 gennaio per ottobre-dicembre e al 10 aprile 2026 per il primo trimestre dell’anno successivo.
L’INPS ha anche semplificato il questionario sul bisogno assistenziale gravissimo e ha attivato una nuova funzione per allegare online ulteriore documentazione. Inoltre, ha annunciato che a breve sarà possibile visualizzare, per le domande già istruite, i provvedimenti e i verbali con le parti sensibili oscurate. In fase di rendicontazione, oltre ai documenti richiesti per le spese, è possibile allegare anche certificazioni mediche, documentazione amministrativa aggiuntiva e, se necessario, il permesso di soggiorno aggiornato per i cittadini extracomunitari. La Prestazione Universale rappresenta quindi un importante sostegno per le persone anziane con maggiori fragilità, ma richiede attenzione nel rispetto delle regole e delle scadenze per percepire i benefici spettanti.
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