“È per me un grande onore inviarLe questa lettera, in quanto dimostra la forza e l’impegno delle nostre relazioni commerciali e il fatto che gli Stati Uniti d’America abbiano accettato di continuare a collaborare con l’Unione europea, nonostante abbiamo uno dei maggiori deficit commerciali con voi. Ciononostante, abbiamo deciso di andare avanti, ma solo con un commercio più equilibrato ed equo”.
Suona beffarda la lettera inviata dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump alla presidente della commissione Ue Ursula von der Leyen, che annuncia i nuovi dazi al 30% sulle merci importate dall’Unione Europea.
Il mondo economico è in subbuglio dopo questa nuova uscita: “Abbiamo assistito già ad altri annunci del genere – afferma ad esempio Stefano Trabucchi, presidente di Confartigianato Cremona – ma questa volta Trump sembra un po’ più determinato. Il problema è che una situazione del genere crea insicurezza sui mercati e di conseguenza nel mercato del lavoro. Se poi dovessero veramente essere messi in atto questi dazi al 30% per le nostre imprese sarebbe veramente un colpo durissimo: per tutta la manifattura, per l’industria, per gli artigiani che lavorano con l’estero e con l’America”.
Contraccolpi che si ripercuoterebbero “non solo nei rapporti con gli USA, perché gli scambi commerciali riguardano anche i Paesi che poi rivendono agli americani. Per questo sarebbe una cosa veramente deleteria. Come Confartigianato, a livello nazionale, speriamo che ci sia un‘interlocuzione ancora forte fra Unione Europea e Stati Uniti, confidando anche nell’amicizia tra il nostro Primo Ministro e Trump per vedere di risolvere qualcosa, anche se temo che sarà difficile”.
Ulteriore elemento che rende meno competitive le merci UE negli Usa è la “svalutazione del 10-15% del dollaro negli ultimi mesi, gli americani già ora pagano di più le nostre merci e questi nuovi dazi rappresentano per la nostra economia un colpo durissimo”. Anche se, aggiunge Trabucchi, “i nostri prodotti, soprattutto quelli italiani, appartengono a una fascia qualitativa alta e medio alta, sono ricercati per la loro qualità e quindi possono reagire meglio ai rincari. Questa però è solo una speranza, quel che è certo è che questa situazione non fa bene a nessuno. E le eventuali ritorsioni da parte dell’Unione Europea sarebbero deleterie, si inizierebbe una guerra commerciale e visto il personaggio, il modo di fare di Trump, non si sa dove si andrebbe a finire”.
L’artigianato poi è un settore dove è quasi impossibile applicare i desiderata degli americani, ammesso che qualcuno lo voglia, ossia spostare la produzione negli USA: “Le nostre ditte sono medio piccole se non micro, quindi è un discorso che per noi non vale. In questi mesi c’è un forte rallentamento del mercato in generale, anche a livello mondiale, perché questa incertezza di dazi e guerre, annunci fatti e poi ritirati, non fa bene assolutamente all’economia”.
“L’Europa potrebbe reagire agevolando le nostre imprese – la conclusione – perché molte volte è l’Europa stessa che mette dei paletti alle imprese, basta vedere il settore dell’automobile. Quindi i primi ‘dazi’, chiamiamoli così anche se impropriamente, li ha messi proprio l’UE già da qualche anno, infatti la produttività industriale si è abbassata.
“Siamo un po’ in balìa degli eventi purtroppo, sicuramente una guerra commerciale assolutamente non fa bene”. gb
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