Dazi doganali statunitensi, quali effetti per il settore edile italiano? Intervista a Massimiliano Celi, Presidente dell’ANCE Fermo


Ne parliamo con Massimiliano Celi, Presidente dell’ANCE Fermo, ovvero dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili.

Massimiliano Celi imprenditore edile, di 56 anni, di seconda generazione, di una impresa edile specializzata in lavori di opere pubbliche.

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Presidente: I recenti dazi doganali statunitensi imposti su alcuni prodotti europei stanno creando preoccupazione. Quali sono gli effetti principali per il settore edile italiano?

Celi: I dazi, che possono arrivare anche oltre il 10%, stanno aumentando sensibilmente i costi per le aziende italiane esportatrici. Questo rende i nostri prodotti meno competitivi sul mercato americano e sta già causando un calo della domanda, soprattutto per i componenti edili come serramenti, pavimenti e ceramiche.

Quali sono le conseguenze per la filiera produttiva?

L’effetto si propaga lungo tutta la filiera. Non coinvolge solo i produttori, ma anche i fornitori di materie prime e i distributori. Parliamo di una vera e propria ripercussione sistemica.

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Inoltre i dazi imposti da Trump hanno già avuto un impatto significativo sui prezzi dei materiali da costruzione, in particolare acciaio, alluminio, rame e legname.

Perché i prezzi aumentano?

Per Tariffe dirette: Dazi del 25% su acciaio e alluminio importati.

Per Ritorsioni commerciali: Altri paesi hanno imposto dazi su prodotti USA, creando instabilità. Per Speculazione e stoccaggio: Le imprese hanno anticipato gli aumenti accumulando materiali. Sui Contratti fissi: I costruttori con contratti a prezzo garantito hanno subito perdite o ritardi. Inoltre l’incertezza e l’aumento generale dei costi di costruzione ha portato a ritardi nei progetti, rivalutazioni dei budget e cancellazioni di alcune opere.

Parliamo ora delle Marche. Che impatto specifico si prevede per questa regione?

Le Marche hanno una lunga tradizione nella produzione di materiali da costruzione, come ceramiche, serramenti e arredo bagno. Il mercato statunitense è molto rilevante per le nostre imprese. I nuovi dazi rischiano di colpire duramente l’economia locale, rendendo urgente una strategia di diversificazione.

Quali misure dovrebbero essere adottate dalle imprese?

In primis, analizzare l’impatto economico sui propri prodotti ed esportazioni. Poi esplorare nuovi mercati, sia a livello europeo che internazionale. E infine, puntare sull’innovazione e sulla creazione di prodotti a maggior valore aggiunto, meno sensibili ai dazi.

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Che ruolo dovrebbero avere le istituzioni?

Fondamentale. Le aziende devono essere supportate da politiche mirate, incentivi all’esportazione e programmi di internazionalizzazione. Senza una rete istituzionale forte, la sfida sarà molto difficile da vincere.

In definitiva, come vede il futuro del settore?

È una sfida, certamente. Ma anche un’occasione per rafforzare la competitività, investire in nuovi mercati e innovare. Le aziende marchigiane hanno le capacità per trasformare questa crisi in un’opportunità.



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