Un contratto di sviluppo da oltre 70 milioni di euro, una sessantina di nuove assunzioni previste, in aggiunta alle 177 già esistenti, un impatto tecnologico significativo. Ecco cosa vuol dire investire al Sud, spiega ieri mattina all’assemblea dell’Unione Industriali di Napoli il ministro delle imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, citando il caso di Sira Automation Industry, azienda della componentistica automotive del Gruppo Gruppioni di cui ieri a Nusco, in Irpinia, sono state inaugurate le nuove linee produttive. Si tratta del progetto di ampliamento del polo aziendale della pressofusione al Sud che, come cliente finale, ha il Gruppo Renault (a Nusco saranno prodotti i componenti in alluminio).
L’identità
Una testimonianza di vitalità imprenditoriale ma anche di attrattività delle aree interne, a riprova del peso crescente anche sul piano industriale di territori solo apparentemente distanti dai grandi processi di sviluppo. Non sfugge, di sicuro, che investire nell’automotive in periodi così incerti e delicati come quelli attuali per il futuro stesso del settore costituisce una sfida a dir poco coraggiosa per quanto supportata anche dalle risorse pubbliche. «Il tempo del “vado e passo” è finito. Le aziende che arrivano qui devono restare. Dal 2012 abbiamo il piacere di restare qui e continuare a sviluppare le nostre attività. Vogliamo restare a lungo» dice con orgoglio il patron Valerio Gruppioni.
Perfetta l’identità di vedute con lo stesso Urso che fa tappa in Irpinia prima di raggiungere la Mostra d’Oltremare di Napoli. «È la riprova del buon lavoro che, come Governo Meloni, stiamo svolgendo a sostegno degli investimenti delle imprese anche al Sud», dice agli industriali partenopei, ricordando che lo scorso anno l’Italia è stato il Paese europeo con la maggiore accelerazione di investimenti da parte di industrie o aziende straniere.
I temi
Il ministro si sofferma anche sui temi del giorno, a partire dall’emergenza energetica che zavorra i costi delle imprese industriali italiane: «Il governo – sottolinea – ha presentato in Parlamento un disegno di legge per consentire di realizzare nel Paese i reattori nucleari di nuova generazione, i cosiddetti Small Reactor puliti e sicuri, nel rispetto delle norme sanitarie e ambientali». Nel frattempo, «abbiamo realizzato una newco guidata da Enel con altri soggetti pubblici, quali Ansaldo nucleare energia, per studiare la tecnologia migliore per l’utilizzo del nucleare di terza generazione. L’obiettivo è di realizzare reattori in un sito produttivo industriale nel nostro Paese, obiettivo assolutamente necessario per ridurre i costi dell’energia, fornire quello che serve alle nostre imprese e rendere autonomo il nostro Paese dalla dipendenza energetica dall’estero, attraverso un mix pienamente sostenibile fatto da energie rinnovabili, tutte quelle che è possibile sviluppare nel nostro Paese, e di energia nucleare che è l’unica che può garantire continuità».
Intanto, però, è proprio la rinnovata centralità del tema energia su scala europea a spiegare che la crescita del Sud poggia su basi solide: «È una crescita che si muove nella direzione della storia – dice Urso -. Perché il nuovo asse dello sviluppo, dopo l’invasione russa dell’Ucraina, guarda ormai al Sud dell’Europa e l’Italia è riuscita a intercettare questa dinamica creando le condizioni per una crescita economica costante e omogenea: lo dimostra il fatto che sono stati creati 1,3 milioni di nuovi posti di lavoro nell’ultimo anno, più di un terzo dei quali nel Mezzogiorno. Il prossimo passo, ora, è cambiare la politica industriale dell’Europa».
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