L’indice MSCI AC World ha registrato una performance eccezionalmente positiva nel secondo trimestre del 2025, con un rendimento del 9,5%* in valuta locale. Si tratta di un risultato quasi straordinario, considerando le turbolenze geopolitiche che hanno colpito gli investitori globali.
Al di là del mercato azionario, il mondo solitamente tranquillo delle obbligazioni è stato scosso dalla nuova legge statunitense sulla spesa pubblica.
I rendimenti dei titoli trentennali sia negli Stati Uniti che nel resto del mondo hanno registrato un’impennata a causa delle prospettive di un aumento insostenibile del deficit statunitense, che ha già raggiunto quasi il 7% del prodotto interno lordo (PIL) totale.
Nel Regno Unito e in Giappone, l’inflazione superiore alle attese ha ulteriormente alimentato il movimento dei titoli obbligazionari a lungo termine, mentre i rendimenti tedeschi sono aumentati per ragioni “positive”, ovvero il previsto aumento della spesa (e quindi della crescita) per le infrastrutture e l’esercito. Anche in questo caso, il mercato azionario si è mostrato ottimista, nonostante i rendimenti obbligazionari più elevati implichino normalmente un tasso di sconto più alto e quindi un prezzo più basso per tutti gli asset, nonché un costo del capitale più elevato per le società.
Come se tutto ciò non bastasse, una terza e ultima prova del secondo trimestre si è presentata sotto forma dell’attacco di Israele (poi seguito dagli Stati Uniti) alle infrastrutture nucleari dell’Iran.
Nemmeno la reazione iniziale dei mercati si è fatta attendere, con un balzo dei prezzi del petrolio, dello yen giapponese e del franco svizzero, e naturalmente con un calo delle azioni. Ma poi è tornata, inaspettatamente, la calma. Alla fine del trimestre, i futures sul petrolio Brent sono rimasti al di sotto dei 70 USD*, rispetto agli oltre 120 USD* registrati al momento dell’invasione russa dell’Ucraina. I mercati azionari hanno ripreso a salire.
Posizionamento
I portafogli saranno sempre strutturati in modo da trarre vantaggio dai rendimenti reali superiori che le azioni hanno storicamente offerto nel tempo, combinati con strumenti di diversificazione accuratamente selezionati e dimensionati in base al profilo di rischio/rendimento di ciascuna strategia multi-asset.
A nostro avviso, le ragioni strutturali a favore delle azioni rimangono immutate, pertanto manteniamo un impegno moderato nel comparto azionario. A livello regionale, privilegiamo un’esposizione leggermente maggiore agli Stati Uniti rispetto all’indice MSCI AC World, con un orientamento simile nei confronti delle azioni europee, ancora sottovalutate, e del Giappone.
Tuttavia, siamo leggermente cauti nei confronti dei mercati emergenti e della Cina, date le continue sfide economiche di quest’ultima e i rischi geopolitici che continuano a circondare il commercio con gli Stati Uniti e la questione di Taiwan.
Oltre alle azioni, la nostra attenzione è inevitabilmente rivolta al raggiungimento di una diversificazione efficace. I titoli di Stato a più lunga scadenza sopra descritti sono diventati essi stessi fonti di rischio inaspettato, poiché cercano di scontare sia l’aumento dell’inflazione derivante dai dazi doganali, sia un potenziale premio al rischio derivante dal prolungamento dei disavanzi pubblici.
Sebbene la nostra strategia di diversificazione sia incentrata sul reddito fisso e sul credito, siamo cauti nei confronti delle obbligazioni a lunga scadenza (che sono le più sensibili alle variazioni delle aspettative di crescita e inflazione), preferendo invece un mix di approcci e stili diversi.
Ad esempio, privilegiamo le obbligazioni a breve termine e gli strumenti del mercato monetario che continuano a offrire interessanti caratteristiche di rendimento ponderato per il rischio, mentre riteniamo che le posizioni in titoli di Stato con scadenza intorno ai 10 anni siano giustificate per proteggere il portafoglio da eventuali crolli. Anche le obbligazioni societarie investment grade accuratamente selezionate, sia a breve che a medio termine, contribuiscono a generare rendimenti sostenibili. Inoltre, riteniamo che le obbligazioni garantite da ipoteca, subordinate, legate al clima e assicurative possano svolgere un ruolo importante ai fini della diversificazione.
Infine, riteniamo che l’esposizione agli investimenti alternativi possa essere più contenuta, data l’esigenza prevalente di affidabilità assoluta al di là delle azioni, ma le opzioni in questo ambito potrebbero includere il merger arbitrage long/short, il macro trading, il settore immobiliare e l’oro, a seconda degli obiettivi specifici degli investitori.
Finora quest’anno l’oro ha beneficiato in modo significativo dell’aumento dell’incertezza, confermando una tendenza che abbiamo osservato in tutte le crisi successive alla crisi finanziaria globale del 2008.
Outlook
Normalmente, qualsiasi previsione di investimento che anticipi turbolenze geopolitiche o politiche sarebbe prudente nel segnalare che il mercato subirà un forte contraccolpo. Mentre la prima ipotesi sembra probabile, la seconda è ora molto meno certa. Il secondo trimestre dell’anno ha seguito un andamento leggermente preoccupante, caratterizzato da una serie di eventi estremi senza conseguenze negative durature sui mercati azionari.
Il fatto che l’economia statunitense continui a mostrare segni di solidità è incoraggiante e l’America non è destinata a perdere i propri vantaggi competitivi intrinseci, quali la qualità della gestione, la competenza tecnologica e l’autosufficienza energetica, tra gli altri. Tuttavia, non è del tutto da escludere un’improvvisa perdita di pazienza da parte degli investitori, che si trovano ad affrontare una serie di sfide. Il calo registrato finora quest’anno dal dollaro rispetto alla maggior parte delle principali valute suggerisce una costante fuga di capitali dalla più grande economia mondiale, mentre l’aumento dell’oro attraverso ogni crisi successiva denota profonde preoccupazioni persistenti sui rischi geopolitici a cui sembra contribuire la stessa America. Non è da escludere che anche gli investitori al dettaglio possano alla fine stancarsi di seguire i drammi che si consumano a Washington e riconsiderare il proprio impegno nei mercati azionari. Nel frattempo, Wall Street continua a elaborare nuove strategie volte ad affrontare questa nuova era imprevedibile, con risultati contrastanti: si veda, ad esempio, il settore in rapida crescita degli ETF con copertura azionaria. Tuttavia, le allocazioni multi-asset tradizionali, costituite da azioni e un mix di obbligazioni, hanno registrato risultati relativamente positivi quest’anno e potrebbero continuare a offrire agli investitori un percorso controllato dal punto di vista del rischio in questo contesto di incertezza.
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