“Bilanci positivi per 9 cooperative su 10. Ma si fa fatica a trovare la forza lavoro”


“La chiusura dei bilanci 2024 è positiva per nove cooperative su dieci”. Questo il dato che emerge dalla stagione delle assemblee dei soci delle cooperative associate a Legacoop Romagna.  Nelle province di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini, Legacoop associa 362 cooperative, che complessivamente sviluppano un valore della produzione pari a 7,5 miliardi di euro e occupano più di 25mila lavoratori; i soci sono oltre 320mila.

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“Prendendo in considerazione i singoli settori, risulta decisamente positivo l’andamento dei Servizi – viene illustrato -. Stabile la Produzione lavoro, con risultati buoni per le Costruzioni, in particolare sul segmento infrastrutture.  Le cooperative sociali hanno tenuto, nonostante le preoccupazioni di inizio anno per le prime due tranche di aumenti previste dal contratto nazionale. La sfida è per gli aumenti progressivi del 2025, perché ancora le stazioni appaltanti non hanno dato segnali sufficienti”.

“Buono anche il 2024 delle cooperative del settore Industriali: prudenza e timori derivano in questo caso dall’instabilità internazionale, che può incidere direttamente e in prima battuta proprio su questi settori (costo materie prime ed energia) – viene sottolineato -. Venendo al 2025, oltre i due terzi delle cooperative prevedono un anno di stagnazione. Tornano nelle stime prudenza e una certa sfiducia. Tra gli aspetti positivi un fabbisogno complessivo di circa 5.000 lavoratori fino a dicembre 2025 (+ 14% rispetto all’anno precedente). Oltre la metà delle imprese associate a Legacoop Romagna ha previsto per il 2025 nuovi investimenti: si tratta soprattutto delle imprese agricole, di produzione lavoro, di servizi. Si tratta soprattutto di investimenti in IA, innovazione produttiva e logistica”. 

“Rispetto al 2023 è evidente una diminuzione delle situazioni negative; restano pochi, per fortuna, gli andamenti di evidente deterioramento gestionale e di prospettiva – dichiara il presidente di Legacoop Romagna, Paolo Lucchi -. Quest’anno in cima alle preoccupazioni ci sono la difficoltà di reperimento della manodopera, la diminuzione della crescita del Paese (confermata dall’andamento del 1° trimestre pubblicato da Istat), il calo dei consumi, la crisi climatica e, soprattutto, l’instabilità internazionale. Per una parte rilevante delle imprese, la Romagna si sta modernizzando: se teniamo conto di quel che è successo a questo territorio da maggio 2023 ad oggi, possiamo certamente affermare che resiste saldamente quel patto sociale fra imprese, comunità e istituzioni, che è una condizione indispensabile per uno sviluppo solido e continuativo. La cooperazione non si ferma, resiste alle intemperie internazionali, climatiche ed economiche, guarda avanti, investe e gestisce il presente senza smettere di pensare al futuro”.

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