meno tasse per chi guida elettrico o ibrido


Una vera svolta si profila per i lavoratori che usufruiscono di fringe benefit legati alle auto aziendali, aprendo nuove prospettive e obbligando le imprese a rivedere il proprio approccio in termini di tassazione.

Con l’avvento della legge di Bilancio 2025, l’attenzione si concentra su modelli a basso impatto, premiando in modo evidente i veicoli elettrici e i veicoli ibridi plug in. Questa scelta si inserisce in un più ampio movimento verso la sostenibilità ambientale, riflettendo il crescente desiderio di disincentivare le motorizzazioni tradizionali.

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Nel concreto, il nuovo sistema determina l’ammontare dell’imponibile in funzione del tipo di carburante, riducendo drasticamente la quota per i mezzi ecologici e aumentando gli oneri per i veicoli convenzionali.

Le aliquote e il nuovo sistema di calcolo

L’impianto normativo proposto dalla recente riforma introduce percentuali chiare: appena il 10% del costo chilometrico annuo per i veicoli a batteria, il 20% per i modelli ibridi plug-in e una quota del 50% per tutte le altre motorizzazioni. Questo superamento dello schema basato sulle emissioni di CO₂ rende la ripartizione ancora più netta.

Qualche vantaggio temporaneo rimane, grazie a un periodo transitorio ben definito: i mezzi ordinati entro la fine del 2024 e poi consegnati entro il giugno successivo potranno beneficiare del sistema più conveniente, sia esso quello vecchio o quello appena introdotto. Queste scelte legislative vogliono accelerare la transizione, favorendo un ricambio significativo del parco circolante nel giro di pochi anni.

Impatto su dipendenti e imprese

La riforma avrà implicazioni dirette sul salario dei lavoratori, che potrebbero vedersi trattenere importi maggiori in busta paga se continueranno a utilizzare mezzi più inquinanti. Nel frattempo, le aziende saranno incentivate a investire sui mezzi di nuova generazione, con l’obiettivo di ridurre i costi nel lungo periodo e di migliorare la propria immagine agli occhi del pubblico e dei collaboratori.

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Secondo stime iniziali, l’intero settore potrebbe segnare un calo delle immatricolazioni, soprattutto per quanto concerne i modelli tradizionali. Tuttavia, tale contrazione verrebbe in parte compensata dal crescente interesse verso le flotte ecologiche.

Strategie di adattamento e riflessioni future

Alla luce di questi cambiamenti, parecchie imprese stanno già rivalutando il proprio piano di mobilità interna, sondando formule più dinamiche di car sharing corporate o l’uso di flotte miste, puntando su modelli che possano offrire un compromesso tra prestazioni e risparmio. Se da un lato la nuova normativa rappresenta un costo iniziale per chi non è pronto, dall’altro regala opportunità di risparmio a medio termine per quanti sapranno anticipare i trend.

In definitiva, questa ridefinizione del sistema di tassazione indica un percorso sempre più votato all’innovazione tecnologica e alle fonti di alimentazione pulite, disegnando un futuro nel quale le auto aziendali non saranno più semplice benefit ma veri e propri strumenti di crescita responsabile.



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