Italia sopra la media UE per le imprese


In Italia, la formazione continua è sempre più al centro delle strategie aziendali. Secondo il report 2025 di Assolavoro Formazione, oltre 804mila imprese hanno investito in attività formative tra il 2022 e il 2023. Si tratta del 69% delle aziende con almeno 10 addetti, un dato superiore alla media dell’Unione Europea (67,4%).

Tuttavia, l’analisi mette in luce un contrasto: a fronte di una forte attivazione da parte delle imprese, la partecipazione individuale alla formazione resta bassa. Solo il 35,7% delle persone tra i 25 e i 64 anni ha preso parte ad attività di istruzione e aggiornamento, con un gap di 11 punti rispetto alla media UE.

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Le scelte delle imprese

I contenuti formativi sono orientati soprattutto a competenze tecnico-professionali, seguite da abilità digitali e soft skill come il lavoro in team e la gestione del cliente. La formazione si svolge principalmente in presenza (52,6%), ma cresce l’uso dell’e-learning (27,6%) e della modalità blended (19,8%).

Sul piano finanziario, il 76,8% delle aziende utilizza risorse proprie, una percentuale significativamente più alta rispetto agli altri Paesi europei. I fondi interprofessionali vengono utilizzati solo dal 15,4% delle imprese, mentre strumenti come i fondi strutturali europei (6,1%) e le agevolazioni fiscali (5%) risultano ancora poco sfruttati.

Le microimprese (1-9 addetti), in particolare, dipendono quasi esclusivamente da fondi propri (81,4%). All’aumentare della dimensione aziendale cresce l’uso di finanziamenti esterni: nelle imprese con oltre 500 dipendenti l’uso dei fondi interprofessionali arriva al 44,3%.

Il coinvolgimento dei lavoratori

La ricerca di Assolavoro evidenzia anche una scarsa partecipazione alla formazione da parte dei lavoratori. Tra i disoccupati, ad esempio, solo l’11,9% accede a percorsi formativi legati al lavoro. Anche tra i giovani (18-24 anni) l’Italia è sotto la media europea: meno del 70% partecipa a percorsi formali o informali di istruzione, contro il 79,8% della media UE.

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A livello contrattuale, in controtendenza rispetto ad altri grandi Paesi UE, i lavoratori a tempo indeterminato sono più coinvolti nella formazione rispetto a quelli a termine (27,4% contro 25,1%).

Un mercato in crescita, ma concentrato

Il settore della formazione professionale in Italia ha generato nel 2022 un fatturato di oltre 3,2 miliardi di euro, con una forte concentrazione territoriale. Le regioni più attive sono Lombardia, Lazio, Emilia-Romagna, Veneto e Campania. La sola Lombardia produce oltre un terzo del fatturato nazionale (1,1 miliardi di euro).

Secondo Assolavoro, è fondamentale investire sulla rete tra enti, aziende e istituzioni, con l’obiettivo di valorizzare la formazione anche come strumento di politiche attive del lavoro. Come sottolinea Agostino Di Maio, direttore generale di Assolavoro Formazione, è il momento di potenziare il sistema per affrontare nuove sfide come le microcredenziali e la formazione personalizzata per chi è fuori dal mercato del lavoro.

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