Roche in Italia: contributo da 712,5 mln al Pil con 165,6 mln di impatto da R&S


La sfida competitività

«Per continuare ad alimentare l’effetto moltiplicatore degli investimenti del biotech e il valore aggiunto che generano per il Paese, è fondamentale disporre di un ambiente realmente favorevole all’innovazione – dichiara Stefanos Tsamousis, General Manager Roche Pharma – In questo senso, sosteniamo la proposta del ministro della Salute Schillaci di rivedere il sistema del payback, perché crediamo che strumenti come questo, pur rispondendo a specifiche esigenze di breve termine, finiscono per limitare il pieno sviluppo del settore nonché rappresentare una risorsa sottratta a potenziali investimenti in ricerca, crescita e occupazione qualificata, in un momento storico in cui è essenziale agire per la competività internazionale dell’Italia e dell’Europa. Non dimentichiamo, però, che l’impatto principale che generiamo è sulla salute dei pazienti – ne abbiamo raggiunti circa 75.000 solo lo scorso anno – un risultato che si riverbera positivamente anche sui caregiver e in definitiva sulla collettività».

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«La diagnostica, in particolare quella in vitro, svolge un ruolo fondamentale per affrontare le sfide sanitarie attuali e future. È la bussola che guida l’intero percorso del paziente: dalla prevenzione alla diagnosi precoce, dalla scelta terapeutica al monitoraggio dei trattamenti. Influenzando circa il 70% di tutte le decisioni cliniche, il suo impatto sulla salute delle persone è enorme – afferma Burçak Çelik, General Manager Roche Diagnostics Spa–. Eppure, il suo valore oggi sembra ancora essere poco riconosciuto se si considerano gli esigui investimenti dedicati ad essa. È tempo di riconoscere il suo ruolo di abilitatore di un sistema sanitario più sostenibile e resiliente, capace di evolvere da un modello reattivo di ’cura’ a uno proattivo, che privilegia la capacità di ’prevedere’, ’intervenire precocemente’ e ’personalizzare’ le cure per un futuro più sano».

Volàno per il lavoro

Roche si conferma, inoltre, un importante motore a livello occupazionale per il Paese. Sono 1.038 le persone impiegate direttamente dall’azienda, di cui il 52% donne (contro una media nazionale del 42%), il 77% con laurea (rispetto al 24% nazionale) e il 34% di under 40 anni (contro il 33% della media italiana): una conferma di come il biotech – sottolineano dall’azienda – sia un comparto in grado di giocare un ruolo chiave per attrarre e sviluppare talenti e competenze, generando un’occupazione inclusiva e altamente qualificata.

L’impatto occupazionale si estende ai fornitori di primo livello, che hanno generato 549 Unità lavorative annue (Ula), di cui il 18% nel settore sanitario e l’82% in altri 50 settori economici. Attraverso i livelli successivi della catena di fornitura e l’indotto, Roche ha contribuito alla creazione di 3.402 Ula in Italia, con un effetto moltiplicatore occupazionale pari a 3,3, ovvero per ogni dipendente diretto Roche sostiene oltre 3 lavoratori equivalenti a livello di economia nazionale.

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Esg e ambiente

Accanto al valore economico e sociale, Roche Italia si impegna anche per la sostenibilità ambientale. L’azienda utilizza il 100% di energia elettrica da fonti rinnovabili, grazie a certificati verdi, impianti fotovoltaici e solari termici. Tra il 2019 e il 2023, ha ridotto del 28% il consumo energetico complessivo, con un risparmio del 44% solo nell’energia elettrica, pari ai consumi annui di 436 famiglie. Nello stesso periodo, le emissioni di gas serra sono diminuite del 41%, confermando l’impegno verso un modello produttivo virtuoso e sempre più sostenibile.



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