9 luglio 2025 | 09:22
L’obiettivo è chiaro: offrire un’alternativa concreta a chi vuole restare e investire nel territorio, in controtendenza rispetto allo spopolamento crescente che colpisce molte aree interne, Molise in primis. Specie in un territorio in cui la desertificazione bancaria è altissima
Ha suscitato grande interesse l’incontro del 4 luglio dedicato alla presentazione dello sportello per il microcredito, promosso dal Distretto di Economia Civile del Molise in collaborazione con i vertici del Microcredito Centrale. L’iniziativa, che ha ricevuto il pieno sostegno dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Leo Antonacci, porterà all’apertura a breve di uno sportello in via Roma.
L’obiettivo è chiaro: offrire un’alternativa concreta a chi vuole restare e investire nel territorio, in controtendenza rispetto allo spopolamento crescente che colpisce molte aree interne, Molise in primis.
Un simbolo di questa “restanza” è Andrea, giovane imprenditore che ha appena aperto una gelateria proprio accanto al futuro sportello. La sua scelta di scommettere sul territorio rappresenta un esempio di resilienza e speranza, in un contesto in cui spesso i giovani si vedono costretti ad abbandonare la propria terra.
In Molise la desertificazione bancaria è un fenomeno evidente: è la regione con la più alta percentuale di comuni senza filiali bancarie. A livello nazionale, dal 2011 al 2024 i prestiti bancari alle imprese sono calati da 995 a 666 miliardi di euro, mentre solo nel 2022 hanno chiuso 554 sportelli. Oggi circa quattro milioni di italiani vivono in comuni privi di un punto d’accesso bancario.
Il microcredito si propone come risposta a queste difficoltà, rivolgendosi a persone e microimprese escluse dai circuiti bancari tradizionali. Si tratta di uno strumento pensato per sostenere chi intende avviare o rafforzare un’attività, pur non disponendo di solide garanzie patrimoniali.
Lo sportello di Guglionesi sarà non solo un punto d’accesso al credito, ma anche un centro di animazione territoriale, volto a promuovere una nuova cultura del lavoro autonomo e dell’impresa sociale. Un piccolo passo per invertire la rotta dello spopolamento e accendere nuove speranze.
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