PMI ed energia verde: lo sportello Invitalia tra incentivi, compliance ambientale e opportunità giuridiche


A partire dall’8 luglio 2025, le piccole e medie imprese italiane potranno accedere nuovamente al bando per l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili, promosso dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy e gestito da Invitalia nell’ambito della Missione 7, Componente 2, Investimento 16 del PNRR, che mette a disposizione contributi a fondo perduto per realizzare impianti fotovoltaici o eolici, anche con sistemi di accumulo e inverter, e per effettuare diagnosi energetiche.

Lo sportello sarà operativo fino al 30 settembre 2025 o fino a esaurimento fondi, con una dotazione complessiva di 178,7 milioni di euro, di cui il 40% riservato alle regioni del Mezzogiorno e un ulteriore 40% destinato alle micro e piccole imprese, secondo una logica di coesione economica e territoriale che richiama espressamente i principi costituzionali di uguaglianza sostanziale e promozione dello sviluppo del Sud (art. 3 e art. 119 Cost.).

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Accesso ai fondi e principio DNSH: obblighi e responsabilità per le imprese

Dal punto di vista giuridico, l’accesso al contributo – che può arrivare fino a un massimo di 1 milione di euro per impresa – richiede l’integrale osservanza del principio DNSH (“Do No Significant Harm”), di matrice europea (Reg. UE 852/2020), che impone che i progetti finanziati non arrechino danni significativi all’ambiente.

Ciò implica un preciso onere in capo alle imprese richiedenti: la presentazione di documentazione tecnica e amministrativa che dimostri la sostenibilità dell’intervento, rafforzando il sistema di responsabilità per false dichiarazioni o omesse informazioni, e delineando un possibile scenario di contenziosi amministrativi laddove emergano criticità in sede di verifica. Inoltre, il decreto direttoriale 30 giugno 2025, attuativo del DM 13 novembre 2024, stabilisce requisiti procedurali rigorosi in tema di trasparenza, parità di accesso e non discriminazione, valorizzando la digitalizzazione delle domande (via sportello online Invitalia) e la tracciabilità delle operazioni, coerentemente con il principio di buon andamento dell’amministrazione pubblica ex art. 97 Cost.

Compliance, trasparenza e controlli

Giuridicamente rilevante anche il sistema dei controlli ex post e la possibilità di revoca dei fondi in caso di inadempimenti, che sollecita le imprese a dotarsi di sistemi interni di compliance ambientale e finanziaria. L’iniziativa rappresenta, dunque, non solo un’opportunità economica per le PMI, ma anche un banco di prova per l’evoluzione del diritto amministrativo dell’ambiente e degli incentivi pubblici, segnando un ulteriore passo verso una regolazione più integrata, trasparente e orientata agli obiettivi europei di neutralità climatica entro il 2050.

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