Preoccupazione per le filiere agricole italiane
“Mentre si chiedono sacrifici alle nostre imprese e si annunciano tagli a settori strategici come agricoltura, promozione e industria alimentare, scopriamo che l’Unione Europea finanzia con 15 milioni di euro la promozione del vino sudafricano. È un paradosso che sfiora l’assurdo.”
OpenIndustria esprime forte preoccupazione per la decisione della Commissione europea di destinare risorse pubbliche – risorse che provengono anche dai contribuenti italiani – a sostegno di filiere agricole extra-UE, mentre le nostre filiere produttive vengono penalizzate da una serie di ridimensionamenti politici e finanziari.
Come Presidente di OpenIndustria, ritengo doveroso denunciare l’illogicità di queste scelte. L’Europa chiede ai produttori europei – in particolare del Sud e del comparto agroalimentare – di rispettare vincoli sempre più stringenti, mentre contemporaneamente alimenta con fondi europei la concorrenza internazionale.
Questo non è solo un errore strategico, ma un danno culturale: mina la fiducia dei cittadini e degli imprenditori nei confronti dell’Europa.
ESEMPI CONCRETI:
• Vino italiano e francese in difficoltà, con prezzi alla produzione in calo e domanda stagnante, mentre si finanzia un competitor diretto come il vino sudafricano sui mercati internazionali.
• Tagli annunciati alla PAC, che mettono in crisi interi territori agricoli come il Mezzogiorno d’Italia, mentre gli stessi fondi vengono destinati a promozione extra-UE.
• Industria agroalimentare sotto pressione da inflazione, normative ambientali e aumento dei costi energetici: eppure, nulla arriva in termini di supporto concreto, mentre si sostengono filiere che non rispettano i nostri standard ambientali e sanitari.
La tecnocrazia di Bruxelles appare sempre più slegata dalla realtà produttiva e territoriale. Serve una visione industriale europea che premi il lavoro, il valore aggiunto e la qualità delle nostre filiere. Diversamente, il rischio è quello di trasformare il concetto di sovranità produttiva in una parola vuota.
OpenIndustria continuerà a monitorare, denunciare e proporre, perché l’industria – agricola o manifatturiera – non può restare ostaggio di scelte ideologiche o burocratiche. L’Europa ha bisogno di coerenza, non di contraddizioni.
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