Gas serra -90% al 2040. Per 8 europei su 10 la decarbonizzazione fa bene all’economia


La Commissione formalizza la proposta di taglio delle emissioni di gas serra del 90% al 2040

Il 2 luglio, la Commissione europea ha pubblicato l’attesa proposta di modifica del regolamento europeo 2021/1119 che istituisce il quadro per il conseguimento della neutralità climatica (noto anche come legge europea sul clima), fissando il traguardo climatico dell’Unione per il 2040 per una riduzione delle emissioni nette di gas a effetto serra pari al 90% rispetto ai livelli del 1990, al netto degli assorbimenti di carbonio. Questo target al 2040 veniva già presentato dalla precedente Commissione europea a febbraio 2024, recependo le indicazioni del comitato di esperti indipendenti istituito con la legge europea sul clima.

La Commissione europea richiama nel contesto anche le novità più recenti, in particolare il rapporto Draghi sul futuro della competitività europea, sottolineando  che la decarbonizzazione non è solo fondamentale per il pianeta, ma è anche un motore essenziale della crescita economica se integrata con le politiche industriali, commerciali e della concorrenza. Dunque, in linea con la bussola per la competitività dell’Ue, e i relativi patto per l’industria pulita e il piano d’azione per un’energia a prezzi accessibili – iniziative fondamentali del nuovo mandato della Commissione affidato alla presidenza von der Leyen e ai suoi orientamenti politici 2024-2029 -, il traguardo climatico proposto per il 2040 tiene pienamente conto dell’attuale situazione economica, geopolitica e di sicurezza. Inoltre, come precisa la Commissione, promette agli investitori e alle imprese la prevedibilità e la stabilità di cui hanno bisogno nella transizione all’energia pulita.

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Come messo in evidenza dalla Commissione, l’obiettivo del 90% mette l’Ue sul percorso che complessivamente offre i maggiori benefici in termini di competitività, resilienza, indipendenza, autonomia e transizione giusta e garantisce che l’Ue rispetti gli impegni assunti nel quadro dell’accordo di Parigi. Nel merito richiama gli studi di supporto alla base della specifica scelta, e specificamente la relazione sulla valutazione d’impatto che accompagna la citata comunicazione sul traguardo climatico per il 2040 di febbraio 2024, la precedente consultazione pubblica che si è svolta dal 31 marzo 2023 al 23 giugno 2023, il parere del comitato consultivo scientifico europeo sui cambiamenti climatici del 2023, con le conferme presentate a giugno 2025.

La Commissione annuncia nella Comunicazione che metterà in programma di definire, successivamente all’approvazione della proposta da parte del Parlamento e del Consiglio, un assetto strategico per il periodo successivo al 2030 al fine di conseguire l’obiettivo del taglio di emissioni al 2040, esaminando in che modo la semplificazione e le flessibilità tra i vari settori potrebbero facilitare il conseguimento. Precisa che le politiche volte ad attuare il traguardo climatico per il 2040 saranno guidate dalla solidarietà e dall’equità per garantire una transizione giusta per tutti gli Stati membri e i loro cittadini.

Orientamenti agli Stati membri per attuare il Patto per l’industria pulita

In parallelo all’adozione della proposta di target al 2040, la Commissione ha anche adottato una Comunicazione in cui relaziona sui primi progressi nelle iniziative del Patto per l’industria pulita adottato il 26 febbraio scorso. Con la stessa relazione vengono pubblicati nuovi orientamenti agli Stati membri, tra cui una raccomandazione sugli incentivi fiscali per incoraggiare gli investimenti nelle tecnologie pulite e nella decarbonizzazione industriale attraverso misure quali l’ammortamento accelerato e i crediti d’imposta, e una raccomandazione e documenti di orientamento su come ottimizzare l’uso delle nuove norme dell’Ue in materia di energie rinnovabili al fine di ampliarne la diffusione e ridurre i costi energetici.

Per la stragrande maggioranza dei cittadini europei i costi dell’inazione sui cambiamenti climatici sono più alti dei costi dell’azione

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Il 30 giugno è stato pubblicato un nuovo sondaggio Eurobarometro che conforta la Commissione sulle scelte assunte, anche rispetto al consenso delle cittadine e dei cittadini europei. I dati del sondaggio confermano che la grande maggioranza degli europei ritiene che il cambiamento climatico sia un problema serio (85% Ue – 86% It). Tra gli intervistati, più di 8 su 10 (81% Ue – 85% It) sostengono totalmente l’obiettivo a livello dell’Ue di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Oltre tre quarti (77% Ue – 85% It) degli europei concordano sul fatto che il costo dei danni dovuti ai cambiamenti climatici è molto più elevato degli investimenti necessari per una transizione verso l’azzeramento delle emissioni nette. La maggior parte degli europei (85% Ue – 89% It) concorda sul fatto che la lotta ai cambiamenti climatici dovrebbe essere una priorità per migliorare la salute pubblica e la qualità della vita. Analogamente, ben oltre 8 intervistati su 10 (83% Ue – 88% It) concordano sul fatto che prepararsi meglio agli effetti negativi dei cambiamenti climatici migliorerà la vita dei cittadini dell’Ue. In media, quasi 4 europei su 10 (38% per l’Ue, e quasi la metà degli Italiani con il 48%) si sentono personalmente esposti a rischi e minacce ambientali e climatiche. Oltre la metà degli intervistati (52% Ue – 61% It) ritiene che i media tradizionali non forniscano informazioni chiare sul cambiamento climatico, sulle sue cause e sui suoi impatti. Il 49% (35% It) ritiene che sia difficile distinguere tra informazioni affidabili e disinformazione sui cambiamenti climatici sui social media. 

Avvio del semestre danese alla guida del Consiglio dell’Unione

Si è avviata il 1 luglio la presidenza di turno della Danimarca al Consiglio dell’Unione europea per il secondo semestre 2025.  Il programma, intitolato “Un’Europa forte in un mondo che cambia“, sintetizzato in due punti essenziali – a) Un’Europa sicura, b) Un’Europa verde e competitiva -, è stato presentato il 3 luglio ad Aarhus dalla prima ministra Danese Mette Frederiksen con i contributi del presidente del Consiglio europeo António Costa e della presidente della Commissione Ursula von der Leyen.

Per l’Europa sicura, la presidenza danese sarà impegnata a portare avanti il programma di difesa dell’Unione in complementarità con la Nato, a ridurre i flussi di migranti irregolari alle frontiere e ad accrescere la resilienza dei sistemi democratici attraverso le misure che saranno adottate con l’iniziativa “scudo per la democrazia”. Tra gli altri trattati troviamo il rafforzamento delle partnership a beneficio dell’influenza dell’Ue negli equilibri geopolitici, oltre all’impegno nel portare avanti le politiche per l’allargamento, e di approfondire i rischi e le relative misure da adottare per la sicurezza economica dell’Ue, in relazione a infrastrutture critiche, sicurezza tecnologica e dipendenza dalle catene di approvvigionamento globali.

Per l’Europa verde e competitiva, la presidenza danese s’impegna a portare avanti le politiche dell’Unione che unificano la transizione verde definita guida della crescita economica e la competitività, concentrandosi anche nel comprendere come il futuro budget europeo potrà rafforzare le condizioni di contesto per l’innovazione e la capacità di crescita delle imprese, nonché la diffusione delle competenze necessarie assicurando l’occupazione. Come argomenti chiave del programma vengono espressamente indicati: impegno sulle semplificazioni e rafforzamento del mercato unico, supporto a sane riforme economiche negli Stati membri, commercio internazionale in linea con le regole dell’Organizzazione mondiale del commercio, e ampia diffusione di energie rinnovabili a costi accessibili anche per assicurare l’indipendenza dalle importazioni dalla Russia. 

Altre novità

Nel quadro degli orientamenti politici 2024-2029 la Commissione ha adottato il 2 luglio due nuovi quadri strategici concentrati su ricerca e innovazione e che agevolano l’adozione di soluzioni per il mercato, precisamente la strategia quantistica e la strategia per le scienze della vita.  Entrambe le strategie mirano per l’Ue all’assunzione di un ruolo di leadership globale, attraendo ricercatori e investitori facendo leva sui fondi europei per la ricerca. In particolare, la strategia per le scienze della vita intende perseguire un approccio “One Health” nell’ambito della ricerca e dell’innovazione.

Il 1 luglio è stato presentato il quadro di valutazione Ue della giustizia 2025, la cui analisi per Stato membro integrerà la prossima presentazione delle relazioni sullo Stato di diritto.

Tra il 2 e il 3 luglio si è riunito in sessione plenaria il Comitato delle Regioni adottando diversi pareri sui quadri strategici centrali nel dibattito europeo, tra cui  visione per l’agricoltura e l’alimentazione, Patto per l’industria pulita, semplificazioni, contributo dell’Ue alla Cop 30 sul clima, approccio locale e regionale all’equità intergenerazionale.

In occasione del vertice Onu di Siviglia sulla finanza per lo sviluppo, è stato adottato  in collaterale all’impegno di Siviglia assunto da tutti gli Stati membri (esclusi gli Stati Uniti) un importante dichiarazione dell’Ue con l’Osacp (Organizzazione degli Stati dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico). Nella dichiarazione è stato ribadito l’impegno a favore dell’Agenda 2030 e dei suoi Obiettivi di sviluppo sostenibile con il sostegno alle riforme in corso dell’architettura finanziaria globale, richiamandosi al precedente accordo di Samoa sottoscritto a novembre 2023. L’accordo e la dichiarazione coinvolgono 77 Paesi (47 paesi dell’Africa, 15 dei Caraibi e 15 del Pacifico) oltre ai 27 Stati membri dell’Ue.

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di Luigi Di Marco

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Copertina: Luigi Di Marco



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