“Green deal senza senso, l’Europa rischia di diventare un giardinetto per anziani benestanti”


“Noi stiamo pagando una politica di Green deal che non ha senso, noi andiamo verso la deindustrializzazione dell’Europa, stiamo perdendo di competitività, se teniamo questa strada diventiamo un giardinetto per anziani benestanti ma abbiamo la deindustrializzazione del Paese, con tutti gli effetti di crisi sociale che si scateneranno”: lancia l’allarme il ministro per gli Affari europei, il Pnrr e le politiche di coesione Tommaso Foti, intervenendo al Forum in Masseria di Manduria. “Si sta sottovalutando la vicenda dell’automotive – ha insistito l’ex capogruppo alla Camera di FdI, che ha sostituito Raffaele Fitto, diventato intanto commissario europeo – che è significativa, pesa in Europa su 13mila famiglie che direttamente traggono ragione di sostentamento dagli stipendi che promanano dall’automotive. Per tacere di tutte le filiere, a partire da quella italiana, che sono destinate non a riconvertirsi ma a sparire”.

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“L’Europa non deve essere una macchina per vietare”

“Ci sono cappi – ha affermato ancora l’esponente di FdI – che vengono messi al collo delle imprese italiane, ma non solo da parte dell’Europa. Venerdì abbiamo speso due ore con la direttrice generale del Pnrr per cercare di spiegare che se arrivavamo al 30 giugno o al 31 agosto 2026 probabilmente il risultato sarebbe stato diverso dall’attuale. Io penso di poter ribadire che l’Europa non deve essere una macchina per vietare, ma uno strumento che effettivamente fa crescere il sistema delle imprese in tutto il suo continente”.

“La politica degli aiuti di Stato – ha anche detto Foti – è una politica che per certi versi potrebbe aiutare l’Italia ma per altri versi ancora di più penalizzarla. L’Italia non ha spazi finanziari per poter vedere allargati a dismisura i limiti della politica che riguarda appunto gli aiuti di Stato”.

“Paghiamo costi per l’energia superiori del 50% rispetto agli Usa”

“L’Europa paga mediamente costi di energia superiori di circa il 50% rispetto agli Stati Uniti, se andiamo al gas naturale è quattro volte tanto. Siamo stati capaci nel 2021 di importare 150mila miliardi di metri cubi di gas dalla Russia. Con le sanzioni siamo arrivati a 51mila miliardi. Sono numeri che dimostrano che l’Europa non ha sviluppato una politica energetica, ancor meno l’Italia” ha aggiunto, fornendo dati, Tommaso Foti. “Negli anni Sessanta – ha spiegato il ministro per il Pnrr – eravamo guida per il nucleare non in Europa, nel mondo. Io ho votato nel 1987, avevo 27 anni e ho votato no. Penso di essere stato tra quell’11% di persone che ritenevano una cosa, che senza autonomia energetica non c’è autonomia politica. Come misure nella Coesione c’è una misura, che si chiama Europa più verde, e abbiamo cercato con l’efficientamento energetico, i fondi per le rinnovabili, le reti intelligenti e i sistemi di accumulo, di mettere a disposizione 4,9 miliardi per mettere in ordine a questo sistema”.

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Foti ha parlato di “una serie di iniziative che servono per cercare di colmare alcuni gap, ma alla fine contano le scelte di fondo. Possiamo impegnarci per le rinnovabili ma dobbiamo evitare di fare errori storici come quello dell’idroelettrico”.



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