Una lettera di 44 grandi aziende europee invita Bruxelles a rinviare di due anni l’AI Act

Airbus, Carrefour, Lufthansa, Mercedes, Total, Bnp e altri 38 gruppi europei chiedono all’Unione europea di rinviare di due anni l’applicazione dell’AI Act, il regolamento sull’intelligenza artificiale che ne definisce e limita i casi d’uso. «Esortiamo la Commissione a proporre uno stop di due anni sull’Ai Act prima che alcuni obblighi-chiave entrino in vigore in modo da consentire una ragionevole adozione delle regole da parte delle imprese e un’ulteriore semplificazione della disciplina», si legge nella missiva indirizzata alla presidente Ursula von Der Leyen e ad altri commissari Ue. 

Le normative nel mirino

Le aziende firmatarie, fra cui non figura nessuna italiana, sono in particolare preoccupate di due normative. Quella sui cosiddetti sistemi AI ad alto rischio, utilizzati per esempio in ambito biometrico o nelle infrastrutture, che comporteranno dall’agosto del 2026 obblighi di compliance molto stringenti. E quella sui modelli di AI con finalità generali che entrerà in vigore nell’agosto del 2025, nonostante il codice di condotta non sia ancora stato pubblicato. 

I rischi per la competitività

Secondo le 44 aziende autrici della lettera, il bilanciamento fra innovazione e regole in Ue «è messo in pericolo in Ue da normative poco chiare, complesse e che si sovrappongono». Questo groviglio «rischia di frenare le ambizioni europee nell’intelligenza artificiale dal momento che compromette non solo lo sviluppo di campioni europei ma anche la possibilità per tutte le industria di applicare l’AI con l’ampiezza richiesta dalla competizione globale».