Il primo semestre del 2025 ha registrato un aumento significativo delle domande di accesso alla composizione negoziata della crisi, con numeri in crescita di oltre il 35% rispetto al 2024, secondo i dati diffusi da Unioncamere e il Ministero della Giustizia.
L’istituto, nato come misura emergenziale nel 2021 e poi stabilizzato dal Codice della Crisi d’impresa in vigore da luglio 2022, sta ora vivendo una fase di maturazione, con una richiesta sempre più massiccia da parte delle PMI.
Le cause di questa impennata sono molteplici: il perdurare di tensioni finanziarie post-pandemiche, l’aumento dei tassi d’interesse, la fine di molte moratorie fiscali/bonus e l’accresciuta cultura della prevenzione nelle imprese e, infine, il recente rafforzamento del ruolo dell’Esperto e le semplificazioni introdotte con i decreti attuativi del 2024.
Per il 2026, gli analisti prevedono un rallentamento fisiologico ma accompagnato da una maggiore selettività e qualità delle istanze. Si prospetta, quindi, un incremento dei casi con reali prospettive di risanamento grazie all’uso più consapevole dell’istituto e al consolidarsi di best practice tra advisor e professionisti.
La composizione negoziata si avvia così a diventare non più una scelta da “ultima spiaggia” ma un vero strumento di gestione della crisi. Il 2026 sarà, con ogni probabilità, l’anno della stabilizzazione e della professionalizzazione del sistema.
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