Combattere il rischio di una monospecializzazione turistica, intervenendo sulla regolamentazione degli affitti brevi e delle localizzazioni di ristoranti e locali, nonché promuovendo l’insediamento di imprese innovative e sostenendo gli esercizi commerciali caratteristici.
E ancora, ricalibrare l’offerta turistica e culturale romana, in modo, da un lato, che i flussi di turisti non vadano a concentrarsi unicamente nel centro storico e, dall’altro, che Roma possa diventare destinazione anche e soprattutto di un turismo di qualità, interessato non solo agli arcinoti monumenti cittadini ma più in generale alla vita culturale della città.
Sono queste le principali proposte di intervento per garantire un futuro al centro storico della capitale emerse dallo studio, presentato da Banca del Fucino, ‘Oltre il Giubileo. Quale futuro per il Centro storico di Roma’.
Roma sempre meno monocentrica
La ricerca, diretta da Vladimiro Giacché, sottolinea il rischio di «scollamento» del centro storico dal resto della città. In una Roma sempre più policentrica, dove i poli economici e relazionali si spostano altrove e il peso del settore pubblico sull’economia è andato riducendosi, i vantaggi localizzativi del centro storico vengono progressivamente cancellati. I flussi di pendolarismo e le dinamiche economiche si concentrano in altre aree (Eur, Appio, Cassia-Flaminia, Casilino), riducendo il peso strategico del centro tradizionale.
La marginalizzazione funzionale del centro «impone un ripensamento profondo del suo ruolo», sottolinea la ricerca che fotografa uno scenario critico, ma ancora aperto per il cuore monumentale della capitale, ed evidenzia come i benefici economici dell’Anno Santo 2025 non siano sufficienti a invertire trend di lungo periodo. Il centro di Roma, insomma, rischia di diventare esclusivamente «vetrina turistica», priva di vita residenziale e imprenditoriale autentica. «Serve un piano di rigenerazione urbana, che riequilibri turismo e funzionalità urbana, riaffermando il centro come spazio abitato e vivo», sottolinea lo studio. Auspicabili sarebbero inoltre agevolazioni fiscali per gli esercizi commerciali caratterizzanti e di qualità del centro storico, come ad esempio le librerie. Operazioni analoghe sono già state. infatti, realizzate in grandi metropoli come Parigi.
Commercio tradizionale in crisi
A giugno 2024 il centro storico registrava 4.547 imprese attive, con un rapporto imprese/abitanti pressoché doppio rispetto alla media romana. Ma quel che emerge è la profonda riconfigurazione settoriale: il commercio tradizionale perde terreno (-9,3% dal 2016), mentre crescono significativamente le attività legate ad alloggio turistico (+64,9%) e ristorazione (+47,3%). Il settore del commercio si trova in una situazione di crisi e di profonda ristrutturazione, come conferma la riduzione del numero di imprese operanti nel comparto: -224 unità nel centro storico (-9,3%) tra il 2016 e il 2024, -122 nel centro storico esteso (-3,9% a Trastevere, Testaccio, Aventino, Esquilino, Ludovisi, XX Settembre, Celio, Zona Archeologica) e -15.485 a Roma (-16,9%).
I minimarket e i take-away sono in forte espansione, mentre esercizi commerciali caratteristici come librerie ed edicole resistono. Dopo quattro anni di cali consecutivi, nel 2024 il numero di imprese del centro storico è tornato a salire, segnando un +1%.
Boom del turismo, ma a rischio gentrificazione
Secondo i dati dell’Ente Bilaterale per il Turismo del Lazio (Ebtl), nel 2024 Roma ha registrato 22,2 milioni di turisti, con 51,4 milioni di presenze (+10,5% rispetto al 2019). Le strutture extra alberghiere, come Airbnb o altre piattaforme digitali per affitti brevi, hanno visto un incremento della clientela del 19,4% tra il 2019 e il 2024, contro il solo +5,3% delle strutture alberghiere. La disponibilità di appartamenti o stanze sulla sola piattaforma Airbnb ha raggiunto dimensioni tali da poter portare nel Municipio I quasi
1,4 milioni di residenti temporanei, 10 volte il numero dei suoi abitanti e oltre 60 volte il numero di abitanti del solo centro storico. Un fenomeno quindi altamente impattante, e che pone serie questioni di sostenibilità urbana. Sono tutti segnali questi di una crescente «gentrificazione turistica».Il centro storico di Roma appare oggi conteso tra una perdurante domanda legata alla residenzialità e la crescente pressione della domanda turistica. «Una situazione ancora priva di un esito definito», conclude lo studio. (riproduzione riservata)
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