Newcleo si espande in Europa centro orientale


Dopo la joint venture costituita con la compagnia di Stato slovacca Javys per la costruzione di quattro piccoli reattori di quarta generazione nel sito di Jaslovske Bohunice, Newcleo, unicorno del nucleare italiano guarda ad Est con un piano di sviluppo che punta al riciclo delle scorie nell’area ex sovietica e balcanica. Tra i paesi target figurerebbero, oltre alla Slovacchia, Slovenia, Bulgaria e Lituania, la cui centrale di Ignalina, in fase di decommissioning, ospita 2.500 tonnellate di carburante nucleare esausto.

Fondata da Stefano Buono nel 2021, la start up italo-francese è oggi presente in 5 Paesi, con 19 uffici, oltre 1.100 impiegati e 570 milioni di euro di capitale privato raccolti in tre anni.

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La tecnologia di Newcleo prevede lo sviluppo di piccoli reattori nucleari raffreddati a piombo liquido, sistema che garantisce al reattore totale sicurezza passiva e il vantaggio di potere usare come carburante le scorie nucleari degli impianti di terza generazione raffreddati ad acqua.

La tecnologia, che unisce la produzione di energia elettrica da nuovo nucleare al riciclo delle scorie del passato rappresenta una svolta strategica per una transizione energetica sostenibile. I reattori modulari di piccola taglia (SMR) possono infatti svolgere un ruolo cruciale nella decarbonizzazione e nella stabilizzazione delle reti elettriche, soprattutto in un contesto in cui le fonti rinnovabili, come il solare e l’eolico, sono soggette a intermittenza.

L’esempio slovacco, dove la joint venture con Javys contempla la costruzione di quattro piccoli reattori per un totale di 800mw e il riutilizzo delle scorie della centrale di Bohunice, fa da apripista alla strategia di Newcleo, secondo una logica di economia circolare e di sviluppo di comunità locali e supply chain nucleare. Per la costruzione di un reattore da 200mw di Newcleo sono necessari 2.500 addetti, mentre 400 sono gli impieghi per l’esercizio dell’impianto nei suoi 60 anni di vita.

A ciò si aggiunge il risparmio sulle previsioni finanziarie che i governi sono tenuti ad allocare per la gestione delle scorie nucleari.

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«Con l’ingresso del nucleare nella tassonomia verde dell’Ue, l’adozione di un Ipcei nucleare (Importante Progetto di Comune Interesse Europeo) a Bruxelles, l’apertura della Bei e della Banca Mondiale al finanziamento del settore, tecnologie avanzate come quella di Newcleo – dice un portavoce della società – aprono la strada a triangolazioni virtuose di sostegno finanziario internazionale in un contesto di economia circolare, a zero impatto emissorio».



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