Avanza la difficile ricostruzione nelle aree del Centro Italia colpite da diversi terremoti tra il 2016 e il 2017, che hanno fatto 237 vittime. Con migliaia di cantieri avviati e oltre 1400 progetti di investimento finanziati dallo Stato per oltre 500 milioni, di cui un terzo di nuove imprese, anche ad alto valore aggiunto (dalla manifattura all’informatica).
Da Camerino a Norcia, insomma, le aziende tornano a scommettere sul territorio, frenando il fenomeno dello spopolamento. E la crescita del Pil delle Regioni centrali raggiungerà punte fino al 3,9% entro il 2029, con equivalente impatto sulla ricchezza nazionale per 1,2 miliardi l’anno dal 2027. Sono alcuni dei dati e delle stime che emergono del Rapporto 2025 sulla Ricostruzione del Centro Italia, che verrà presentato oggi, redatto dalla struttura commissariale guidata dal senatore di Fratelli d’Italia Guido Castelli.
LE PROSPETTIVE
L’orizzonte della ricostruzione in 138 Comuni del cosiddetto “Cratere sismico”, tra Abruzzo, Umbria, Marche e Lazio, è ancora distante (si prevede la fine dei lavori non prima del 2035), ma il numero di cantieri continua ad aumentare. Su 34mila domande di contributo presentate dai privati per ricostruire case e aziende, i progetti conclusi o da concludere sono oltre 15mila, ma si sta accelerando. Nella top ten i 1.132 cantieri attivi oggi a Norcia (Perugia), seguiti dagli 837 a Tolentino (Macerata), i 749 ad Ascoli Piceno, i 702 a San Severino Marche (Macerata) ei 663 ad Amatrice (Rieti) e Spoleto (Perugia). E ancora: 603 a Camerino (Macerata), 466 ad Acquasanta Terme (Ascoli Piceno), 459 a San Ginesio (Macerata) e 449 a Teramo.
Nell’ultimo anno si sono fatti poi passi avanti nelle località più colpite dal sisma e più difficili da ricostruire, su cui comunque si registrano ancora le critiche maggiori. Ad Amatrice sono stati sbloccati i lavori di “Casa Futuro”, il più grande cantiere della ricostruzione privata.
Lo stesso a Camerino, la più grande “zona rossa” del Cratere, in cui è ripartita una scuola con una serie di progetti formativi. Entro l’anno sarà poi concluso il restauro della Basilica di San Benedetto a Norcia. Infine ad Arquata del Tronto si stanno finalmente affidando gli incarichi per realizzare nuove fondazioni nel centro storico. Tra il 2022 e il 2024 l’occupazione nelle aree terremotate è cresciuta del 12,4%. L’aumento maggiore si osserva proprio nei Comuni maggiormente colpiti dai terremoti. In questi territori nel 2024 l’incremento delle domande di assunzione rispetto al 2023 ha superato l’11,5% (+14,2% rispetto al 2022), quadruplicando il ritmo osservato nel 2023 (+2,6%). I nuovi occupati saranno in media, tra le Regioni coinvolte, oltre 6mila l’anno tra il 2027 e il 2029. Quindi circa 20mila lavoratori in più nel triennio.
LO SFORZO
Tra le imprese che crescono maggiormente spiccano quelle ad alto valore aggiunto. Oltre a manifattura e informatica, i servizi alle imprese. Tra le nuove aziende che hanno beneficiato delle risorse del piano governativo NextAppennino (con domanda tre volte superiori ai fondi offerti), poi, quasi il 40% sono start up. L’Abruzzo spicca per gli investimenti innovativi, con il 27% dei progetti finanziati con implicazioni tech o addirittura hi-tech. Nel turismo si concentra poi oltre un quinto delle risorse stanziate, il 21,39%, e di conseguenza un quinto dei progetti. Una boccata d’ossigeno per le strutture ricettive e di accoglienza del territorio, così da aumentare l’attrattività delle quattro Regioni coinvolte.
Le imprese, poi, hanno si ricevuto in tutto circa 600 milioni di trasferimenti (considerando anche il Pnrr), ma vi hanno aggiunto 450 milioni di investimenti privati. Sintomo che il territorio, seppur a fatica, sta lentamente ripartendo. Anche per questo, rispetto alle previsioni del 2019 si recupereranno 39mila abitanti entro il 2043. Oggi, però, in tutta l’area del Cratere, solo poco più di un decimo degli oltre 4.300 insediamenti storici sono ancora abitati (524). Entro il 2029, comunque, il Prodotto interno lordo dovrebbe crescere del 3,9% nelle Marche, dell’1,9% nell’Abruzzo e dell’1,5% nell’Umbria. L’effetto Lazio è il più modesto in termini di Pil (+0,4%), ma solo perché le aree coinvolte sono molte meno.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link